Bullismo, la denuncia penale dopo l’esposto a preside e insegnanti
BELLUNO. Bullismo a scuola: dopo l’esposto, parte anche la denuncia. Si va dritti nel penale: un conto è un dissidio privato e un altro un reato o almeno un’ipotesi di reato. La famiglia del sedicenne studente vittima da gennaio in poi di stalking da parte di due compagni di classe ha deciso di denunciare chi avrebbe dovuto vigilare e o non l’ha fatto abbastanza o non si è proprio preoccupato di farlo: ministero dell’Istruzione; Ufficio scolastico regionale e provinciale; la dirigente scolastica dell’istituto; la coordinatrice didattica della classe del ragazzo e i dieci insegnanti. L’ipotesi è di omissione d’atti d’ufficio, dopo che nell’esposto di parlava di omissione degli obblighi di vigilanza sugli alunni minori.
C’è un filmato inquietante, che sarebbe in giro per i social network, oltre che a disposizione degli investigatori, che mostra il ragazzo violentemente preso per la maglia alle spalle da un altro studente con movimenti di torsione di spalle, tronco, collo e testa; picchiato con manate violente sulla schiena sul collo e alla testa, umiliato e preso in giro. La sua reazione? È di grande paura e disagio. Tanto che, in realtà, non reagisce proprio. Tutto accadeva negli intervalli tra un’ora di lezione e l’altra, quando in mancanza degli insegnanti non c’era alcuna sorveglianza. Sembra che l’istituto non avesse nemmeno un protocollo dedicato, in maniera particolare al bullismo, perché fino a quel momento era un fenomeno sconosciuto tra i corridoi e le aule.
Perché i due non sono stati portati dal preside e sospesi? Perché l’anno scolastico sarebbe terminato solo tre giorni dopo la scoperta ufficiale dell’accaduto e non ne valeva la pena. Tanto meno sono stati bocciati, come forse avrebbe richiesto la loro condotta. Non sarebbe stata presa alcuna iniziativa, nei loro confronti, al massimo se ne sarebbe parlato in consiglio di classe o in quello d’istituto. Adesso, invece, c’è una denuncia formale e se ne discuterà in Procura della repubblica: «Ma intanto il ragazzo è stato costretto tra virgolette a cambiare scuola, con il risultato di dover variare anche l’indirizzo dei suoi studi», osserva l’avvocato di fiducia Roberta Resenterra, «del resto la convivenza con questi due compagni di scuola era diventata impossibile. Mentre questi sono ancora tra quegli stessi banchi e, per quanto ne sappiamo, potrebbero anche aver individuato qualche altra vittima, anche se naturalmente speriamo tanto di noi. La mamma e gli zii hanno deciso di procedere, di fronte al fatto che la situazione è davvero molto grave e non può passare sotto silenzio».
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