Buon anniversario Palazzo Fulcis: da due anni è il museo dei bellunesi
Il 26 gennaio del 2017 Belluno festeggiava il più importante recupero architettonico e culturale avvenuto in città nella storia recente: l’apertura del nuovo museo civico a Palazzo Fulcis. A due anni di distanza il Fulcis è una realtà consolidata e autorevole, con un pubblico coerente alle dimensioni bellunesi e tanti progetti per il futuro. Gestito dalla Fondazione Teatri delle Dolomiti per il Comune, che ha ricevuto in comodato il palazzo ristrutturato dalla Fondazione Cariverona, il Fulcis offre ai visitatori le migliori collezioni artistiche bellunesi in un contenitore di rara bellezza, la vera forza attrattiva del museo stesso.
L’affluenza nel 2018
Rispetto al boom del primo anno, quando nei soli 10 giorni inaugurali ad ingresso gratuito si registrarono 11.500 visitatori, il 2018 è stato l’anno della normalizzazione per il museo, che è rientrato in un’affluenza più in linea (fatte le debite proporzioni) con la maggior parte dei musei. I visitatori, dunque, sono calati in modo evidente, ma la presenza è stata costante e con una consistente presenza di turisti stranieri oltre che italiani.
«Siamo soddisfatti dell’affluenza al Fulcis», spiega l’assessore alla cultura Marco Perale, «anche se siamo lontani dall’autosufficienza, cioè dalla copertura dei costi che si aggirano attorno ai 160 mila euro all’anno. Dopo il boom del primo anno, ora la sfida è quella di fidelizzare il pubblico anche entrando in un circolo virtuoso positivo che riesca ad intercettare le persone e allargare la rete del museo». Ne è un esempio il recente accordo (ma non è il primo) con Civita Tre Venezie che si occupa di promuovere e gestire altri musei veneti, come Palazzo Sarcinelli a Conegliano che ha un legame artistico speciale con Belluno, come rivela Perale: «Sarcinelli sposò Lavinia Vecellio, la figlia di Tiziano. Questo tipo di accordi ci dà la possibilità di unire le forze, dagli sconti reciproci alla promozione in comune».
I grandi numeri, comunque, si fanno con le scuole come ovunque: «Portare i bambini al museo è un po’ come vaccinarli», osserva Perale, «affinché entrare in un museo diventi per loro un gesto normale».
Il legame con la città
Ma qual è il ruolo di un museo civico oggi? «In questi primi due anni», dice ancora l’assessore Perale, «il Fulcis ha giocato un ruolo importante tra i bellunesi, che oggi sono molto più consapevoli degli elementi identitari della loro città e sanno che il Fulcis è una sorta di frigorifero della memoria collettiva.
Nessuno si aspetta un’affluenza di massa, ma se non sai chi sei, qual è il tuo passato, non hai futuro. I musei devono dare respiro alla loro storia».
Fin dalla sua nascita il Fulcis si è proposto anche come luogo di incontro culturale e gli eventi fanno sempre il tutto esaurito, anche perché gli spazi sono molto limitati: «Purtroppo ci sono a disposizione solo una sessantina di posti», ricorda l’assessore. «Sarebbe davvero bello poter utilizzare il ballatoio, in passato vi stava l’orchestra, ma oggi la balaustra è troppo bassa per garantire la sicurezza. Riaprirlo, almeno in alcune occasioni, è tra i nostri obiettivi».
I programmi dei prossimi mesi
In quest’ottica e sapendo che i tempi delle grandi mostre sono lontani, l’offerta del Fulcis resta concentrata sugli artisti locali. Dopo le piccole perle di Tiziano e Brustolon, l’esposizione di primavera proporrà un estratto dalla collezione della Fondazione Cariverona: «Il 6 aprile», annuncia Perale, «si inaugurerà la mostra dedicata al Seicento e al Settecento con opere della Fondazione. Sarà anche l’occasione che ci permetterà di completare gli arredi del sottotetto e ci aspettiamo un nuovo trend in crescita. In questa mostra proseguirà anche il lavoro di ricerca tecnico scientifica, già sperimentata con Tiziano, proponendo un dialogo tra Sebastiano Ricci e i suoi contemporanei».
La mostra rimarrà aperta fino a settembre, poi sarà la volta delle mostre di Oltre le Vette, una nel sottotetto l’altra nell’ex bar Carrera, e l’anno prossimo verrà organizzata la prima antologica dedicata ad Alessandro Seffer, prolifico autore bellunese dell’Ottocento, specialista del paesaggio urbano.
Tra gli altri progetti in corso c’è quello legato alle spade bellunesi: «Stiamo partecipando ad un bando europeo per finanziare la creazione di un nucleo dedicato alle spade bellunesi. Il Museo Correr ne possiede almeno 70 che non sono esposte e stiamo trattando per poterne portare alcune al Fulcis in comodato, pensiamo a un numero tra i 12 e i 24 pezzi da inserire negli spazi dei metalli». —
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