Busche: la torre Ascon finisce a Venezia

Pettenò (Sinistra) interroga Zaia e chiede di fermare il progetto
CESIOMAGGIORE.
Approda in Regione il caso della torre Ascon di Busche, con il suo contestatissimo iter progettuale e lo strascico di polemiche e proteste. Il consigliere della Sinistra Pietrangelo Pettenò ha presentato un'interrogazione a risposta immediata per chiedere alla giunta Zaia di fornire chiarimenti sugli aspetti più critici dell'impianto, ovvero sulle ragioni per cui sia stato autorizzato e sul suo impatto.

Si articola in sei punti l'interrogazione di Pettenò. E chiede alla giunta di far chiarezza sull'iter per l'approvazione, sulla mancanza di una valutazione dell'impatto ambientale dell'opera, sui pareri forniti a proposito delle tutele previste per le zone protette (accanto alla torre ci sono un'area Sic e una Zps), sul rischio idraulico nell'eventualità di piene del Piave e sul parere fornito con rapidità sospetta dalla Soprintendenza (via libera in tre giorni). Ma alla giunta si chiede anche se non sia il caso di sospendere in via cautelativa le autorizzazioni concesse dal comune, in attesa di verifiche più approfondite sulla richiesta di annullamento delle autorizzazioni presentata dai cittadini (e che sembra aver trovato le prime ragioni con un accoglimento positivo da parte del difensore civico regionale).

L'intero progetto, sottolinea Pettenò nelle tre pagine della sua interrogazione, presenta diversi aspetti controversi, a cominciare dal fatto che sostituisce solo formalmente il vecchio progetto della ditta Merotto. In realtà, fa notare il consigliere della Sinistra, l'impianto raddoppia per dimensioni, riduce drasticamente gli interventi di riqualificazione ambientale ipotizzati nel progetto precedente, occupa un'area diversa e modifica anche la destinazione dell'area, rendendola a tutti gli effetti "industriale", in contrasto con il piano regolatore comunale e con il Ptcp della Provincia.

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