Busta paga leggera senza l’indennità rischio radiologico «Tempi sbagliati»

La Fp Cgil ha mandato un documento in direzione medica Fiocco: «Stipendio abbassato in un momento delicato»
Doctor examining chest x-ray film of patient at hospital.
Doctor examining chest x-ray film of patient at hospital.

BELLUNO

Cento euro in meno di paga. Busta di marzo più leggera per i lavoratori dell’Usl 1 Dolomiti. Il motivo sarebbe la sospensione dell’indennità di rischio radiologico, per di più in un momento molto delicato per via dell’emergenza sanitaria legata al Coronavirus. Il delegato della Fp Cgil, Andrea Fiocco si è messo al computer e ha spedito una lettera al direttore generale dell’azienda sanitaria, Adriano Rasi Caldogno, per capire «come si debba interpretare questa sospensione e, qualora fosse il preludio dell’interruzione, siamo a chiedere di riconsiderare tale scelta», si legge nel documento.

La premessa è che gli operatori hanno guadagnato meno e, da un approfondimento del sindacato, sembra che questa sospensione sia di carattere tecnico, perché l’indennità veniva erogata con modalità diverse nelle ex Usl di Belluno e Feltre: «Abbiamo avuto questa segnalazione per la maggior parte delle professioni che beneficiavano di questa indennità. Non solo i tecnici di Radiologia, ma anche altre figure professionali di tutti i reparti e dei servizi che usano radiazioni. La nostra intenzione è quella di verificare le modalità diverse che utilizzavano le due aziende sanitarie separate, ma è sorprendente il fatto che tutto questo capita dopo che, un paio di mesi fa, ci era stato presentato uno studio condotto da vari soggetti, sotto la guida della Fisica sanitaria, su tutte le figure professionali interessate all’esposizione alle radiazioni ionizzanti. Uno studio che di fatto riclassificava molte figure, con il passaggio per la maggior parte da categoria A a categoria B e da categoria B a “non esposti”, cioè da categorie a maggiore esposizione a categorie a minore o nulla esposizione, sulla base dei dati dosimetrici».

Insomma, la sospensione è quanto meno sospetta, se non altro come tempi di attuazione: «Noi rappresentanti sindacali e i lavoratori l’abbiamo letta come una mossa dell’Usl, che va nella direzione di eliminarla, dal momento che sono stati riclassificati. Il discorso è pericoloso, perché non coinvolge soltanto gli aspetti più strettamente economici, ma anche il necessario riposo biologico, vale a dire i 15 giorni di congedo che spettano a chi entra in contatto con le radiazioni e la sorveglianza fisica individuale (il dosimetro che controlla le radiazioni) e quella medica (le visite periodiche al cristallino e alla pelle, oltre alle analisi del sangue). Se tutto questo viene messo in discussione, allora non siamo d’accordo, tanto meno in un momento come quello che stiamo vivendo. Il personale è impegnato più che mai e addirittura gli togli qualcosa che gli spettava fino a poco tempo prima».

Certezze non ce ne sono ancora, ma fondati timori sì e allora diventa necessario un chiarimento con i vertici dell’Usl: «Ci sono tutti i se del caso, ma ci sono almeno due coincidenze preoccupanti», conclude Fiocco, «da un lato questo studio e dall’altro la sospensione proprio nel momento in cui il carico di lavoro è inevitabilmente superiore. I lavoratori sono molto arrabbiati e noi ci facciamo portavoce del loro malcontento. Ci aspettiamo una risposta da parte del direttore generale, che sciolga tutti i dubbi che abbiamo e venga incontro alle esigenze dei lavoratori». —



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