Caccia ai cormorani grazie alla delibera per l’abbattimento di 35 esemplari
FELTRE. C’è voluto un anno intero di lavoro fatto dal gruppo costituito tra i vari Bacini di pesca bellunesi, ma alla fine il presidente della Provincia, Roberto Padrin, ha apposto giovedì la propria firma sulla delibera che autorizza l’abbattimento selettivo dei cormorani che con la loro presenza lungo i corsi d’acqua, Piave in primis, causa da tempo danni pesanti alla fauna ittica, falcidiandola e rendendo vano gran parte del lavoro di ripopolamento svolto dai pescatori a colpi di semine che incidono notevolmente sui bilanci delle varie associazioni. Sono 35 gli esemplari che possono essere abbattuti dai cacciatori che hanno seguito il corso apposito e hanno ottenuto l’abilitazione all’abbattimento selettivo.. La delibera riporta modalità e dettaglia le zone lungo i diversi corsi d’acqua dove potranno muoversi i cacciatori autorizzati.
Il Bacino 10 è sempre stato in prima fila, tenuto conto del conto salatissimo dovuto alla presenza dei cormorani sul territorio di competenza, e già all’inizio del 2018 organizzò un incontro coinvolgendo la Federazione dei Bacini cercando di rimettere in moto l’iter per consentire gli abbattimenti selettivi di cormorani. Da allora i pescatori hanno lavorato in silenzio, la Federazione dei Bacini si è accollata il costo di una relazione tecnica che attestasse la presenza dei cormorani e i danni alla fauna ittica. E in ottobre c’è stato il corso di abilitazione per i cacciatori.
Il passaggio successivo è stato l’inoltro all’Ispra che ha esaminato la documentazione e tenuto conto dell’alluvione di fine ottobre ha restituito la pratica alla Provincia autorizzando l’abbattimento di massimo 35 esemplari. Il dirigente del settore ambiente in Provincia, Pierantonio Zanchetta, ha dato l’ok e il presidente Roberto Padrin ha chiuso il cerchio adottando il provvedimento.
Il problema va avanti ormai da anni con questi uccelli che non sono autoctoni e progressivamente sono risaliti lungo l’asta del Piave trovando tante prede comode, ovvero le trote seminate dai vari bacini di pesca. Nella zona del Basso feltrino la colonia ha assunto dimensioni tali da rendere quasi inutili le semine con il risultato che i pescatori non pescano quasi nulla mentre i cormorani pasteggiano indisturbati. Questi abbattimenti dovrebbero essere una misura d’urto con la forza di deterrente: «Gli esperti parlano del cormorano come un uccello intelligente che se non vede tornare un proprio compagno capisce che la zona è diventata pericolosa», spiega il presidente del Bacino di pesca 10, Mattia Paoluzzi. «Al di là del numero di esemplari inseriti nell’abbattimento selettivo è importante proprio questo aspetto di deterrenza. Tra l’altro l’alluvione ha già causato ulteriori danni alla fauna ittica. Aspettavamo il provvedimento e finalmente è arrivato».
Le zone individuate sono dodici di cui sette riguardano il Piave. Si va dalla zona di Sottocastello, fino al confine con la provincia di Treviso passando per la zona di Ponte nelle Alpi fino alla confluenza con il torrente Sonna. Occhi puntati anche sui torrenti Senaiga, Cordevole e Cismon. Tra le zone esterne alla tutela della trota marmorata ma considerate importanti per la popolazione di temolo c’è il torrente Ansiei. Il periodo utile per l’abbattimento selettivo scade il 15 marzo. —
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