Caccia al manager per le Olimpiadi Zaia: «Il lavoro è già impostato»
BELLUNO. Il top manager per le Olimpiadi del 2026 come CR7? «Dipende da quanto costa – risponde Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio -. Sicuramente deve essere qualcuno proiettato sino al 2026, quindi in un’età utile per essere in pista sino ad allora».
Tra Milano, Venezia e Cortina, ma passando anche per Roma, si sta discutendo sul top manager che dovrà guidare il Comitato organizzatore dei Giochi invernali del 2026. La discussione non è a 360 gradi. Lo precisa lo stesso Giorgetti, affermando che sono già pronti degli identikit. «È un po’ come nel calciomercato – precisa, sorridendo -. Stiamo cercando di portare a casa il meglio». Si sintonizza sulla stessa lunghezza d’onda di Giorgetti, il presidente della Regione Luca Zaia, confermando che «è fondamentale ci sia un manager» a capo del cantiere olimpico e ammettendo che «lo dovremo pagare bene».
«Sembra una cosa scontata – aggiunge Zaia, sempre in riferimento ai possibili appannaggi -, ma in questo Paese parlare di stipendi alle persone che sanno lavorare sembra sia una blasfemia; io dico che chi lavora bene deve essere pagato bene. Se siamo convinti che l’Olimpiade sia un fatto industriale, dobbiamo investire su manager seri».
E a questo punto, il governatore del Veneto ritorna su un tema che lo fa irretire: «Se cerchiamo qualche elefante della politica – mette le mani avanti -, il mio voto non ci sarà e anche i miei colleghi sono d’accordo».
Zaia conferma che il lavoro organizzativo è già impostato. Anzi, “molto bene impostato”. Prima si farà la governance in chiave giuridica, che avrà nel board gli enti fondatori, poi sarà definita la parte operativa. Entro la fine del mese, ha precisato Zaia, la fase costituente della governance andrà conclusa, per poi passare a quella della progettazione delle opere e degli impianti.
Entro fine luglio ci sarà dunque una riunione, a cui seguiranno altri incontri dopo le ferie, per chiudere la partita (della governance appunto) entro l’estate. Sottolineando che per Cortina già i Mondiali di sci del 2021 sono una preparazione all’evento olimpico, il presidente veneto non ha nascosto il rischio di illeciti nei lavori. Citando l’ex pm veneziano Carlo Nordio, ha però fatto notare che «la burocrazia è come aprire delle porte, se ne hai sei o sette una non si apre, e arriva uno con il lubrificante, che sono le tangenti». Fondamentale quindi per il governatore è «sburocratizzare, avere un approccio anglosassone alla questione. Se uno è ladro ruba anche l’elemosina; noi dobbiamo fare in modo che le leggi siano rispettate, che gli appalti siano chiari e le procedure specchiate, avremo la collaborazione dell’Anac e delle forze dell’ordine, però a un certo punto bisogna fare le opere, e lo dice uno – ha chiosato – che ha per le mani la Pedemontana Veneta, il cantiere più grosso d’Italia». Fondamentale anche il ruolo del Comitato olimpico internazionale, che “è come Catone il censore per noi, viene lì e controlla. Noi siamo esperti in cantieri, ma è bene che ci sia accompagnamento del Cio. Ci saranno tagliandi fino al 2026».
Intanto, ieri si è tenuto a Roma un incontro degli 82 presidenti delle Camere di Commercio territoriali. L’occasione nella capitale è stata unica per stringere un accordo tra la Camera di Commercio di Belluno e Treviso con quelle di Milano, Sondrio, Trento e Verona in vista delle Olimpiadi del 2026. «A settembre – ha informato il presidente Pozza- si terrà il primo incontro a Milano per delineare le strategie comuni. In particolare la Camere di Commercio potrebbero offrire tutto il loro supporto nella certificazione di qualità delle strutture alberghiere ed extralberghiere. Lavoreremo in sinergia con le Regioni seguendo il piano strategico sul turismo e con il piano strategico triennale nazionale che in questi giorni l’Enit presenterà». —
Francesco Dal Mas
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