Caccia con i visori notturni, è polemica

Il dirigente dell’ufficio, Sommavilla: «Si usano soltanto contro il cinghiale e costano molto»

BELLUNO. La Provincia dà il via libera all’uso dei visori notturni per la caccia e subito scatta la polemica.

Chi vorrà potrà utilizzare i visori notturni durante la caccia o nell’attività di controllo della fauna selvatica. Lo dice il dirigente dell’area tutela e gestione della fauna della Provincia di Belluno, Gianmaria Sommavilla in risposta ad una richiesta specifica da parte di alcuni cacciatori. Ma questo lasciapassare non poteva non sollevare il dissenso di qualche gruppo di persone che, protestando, ha inviato una lettera al questore di Belluno chiedendo «un intervento deciso per annullare questa decisione. Abbiamo lottato per creare normative che potessero rendere l’attività venatoria più sicura, sia per i cacciatori e soprattutto per la popolazione, non ultimo provvedimenti per ridurre al massimo a due colpi utilizzabili nelle carabine automatiche. Ora ci troviamo ad autorizzare la gente a sparare di notte nei boschi e sulle montagne», scrivono nella lettera alcuni cittadini.

Ma di fronte a questo allarmismo, il responsabile dell’area tutela della fauna getta acqua sul fuoco. «Abbiamo soltanto risposto a parecchie richieste da parte di cacciatori che ci chiedevano se l’uso dei visori notturni avrebbe comportato delle sanzioni. Ma analizzando la legge, abbiamo riscontrato che non c’è nulla che possa impedirne l’uso. A parte il prezzo: un buon visore notturno, che altro non è che un cannocchiale che viene applicato sulla canna del fucile, costa infatti dai 4 ai 5 mila euro. Si tratta di prodotti che vengono immessi sul mercato quando finiscono la loro funzione militare».

Ma Sommavilla ci tiene a ribadire che «di notte la caccia è vietata, ad esclusione di quella al cinghiale. Per cui l’unico momento in cui si potrebbero utilizzare i visori, è d’inverno quando iniziando l’attività venatoria alle 6 è ancora troppo buio per vedere nel bosco. Il visore andrebbe bene per i minuti che separano il buio dalla luce».

Il dirigente del settore caccia puntualizza che «i visori sono già utilizzati da qualche cacciatore, è un attrezzo che funziona bene e permette di vedere chiaramente fino a una distanza di 100 metri potendo classificare un cervo o un cinghiale. A seconda del prezzo, si può trovare il visore che ingrandisce fino a 30 volte e quello fino a 3 volte. A nostro parere, usando il visore notturno aumenta la sicurezza, perché si vede meglio e il tiro è più sicuro».

Sommavilla replica poi a chi obietta che questo sistema possa dare il via libera alla caccia notturna, a prescindere all’animale da cacciare, con rischio per le persone. «Gli orari e i periodi di caccia sono fissati per legge. Nonostante tutto, c’è sempre chi fa del bracconaggio, ma questo succede a prescindere dal visore notturno e dal suo uso. E chi fa bracconaggio di certo non viene a chiedere il permesso alla Provincia». (p.d.a.)

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi