Caccia con il filo spinato, ipotesi infondata
CESIOMAGGIORE. Una vecchia recinzione. Ecco cos’era il filo spinato trovato nei boschi di Cesiomaggiore dagli attivisti anti caccia sabato scorso. Ad accertarlo è stata la polizia provinciale che domenica è tornata sul luogo indicato dagli ambientalisti in loro compagnia.
«Sul luogo sono stati effettivamente rinvenuti dei resti di filo spinato» spiega l’amministrazione provinciale, «ma lo stesso era con ogni evidenza facente parte di una vecchia recinzione risalente a diversi decenni addietro, completamente divelta, ricoperta dalla vegetazione e fortemente consumata da processi di decomposizione. Nessun gomitolo di filo spinato era posto ad ostruire gli ingressi di alcune tane, probabilmente di tasso, visibili nei pressi. Inoltre le tane apparivano di epoca successiva alla realizzazione della ex recinzione».
Insomma, quel filo spinato non era lì per favorire i cacciatori impegnati in una battuta contro la volpe. «L'ipotesi che qualcuno abbia voluto impedire l'ingresso alle tane risultava quindi totalmente infondata» spiega in una nota la Provincia che aggiunge come il lungo bastone appuntito notato nelle mani dei cacciatori altro non era che un “Alpenstock”.
Per la Provincia quanto denunciato dagli ambientalisti, che avevano allertato sia palazzo Piloni che la Questura, è «frutto di un evidente malinteso che può giustificarsi solo con l'esasperazione di posizioni antagoniste rispetto all'attività venatoria e che non dovrebbero trovare terreno fertile in dichiarazioni avventate che servono solo a gettare benzina sul fuoco, come purtroppo è capitato».
Palazzo Piloni ribadisce che l’attività di caccia alla volpe è «strettamente regolamentata». «La normativa nazionale consente la libera caccia alla volpe fino al 31 gennaio 2016» ricorda l’ente provinciale, «invece la Provincia ha proibito l'uso del cane segugio a far data dal 2 dicembre e ha vietato la caccia vagante a far data dal 1 gennaio. Solo per particolari forme di caccia strettamente regolamentate, come quella in battuta alla volpe, è consentita la prosecuzione dell'attività venatoria fino al 31 gennaio. Questo tipo di caccia è consentito solo previa specifica autorizzazione. Risulta quindi evidente lo sforzo regolatorio dell'amministrazione provinciale volto alla tutela di tutte le specie di fauna selvatica presenti nel territorio».
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