«Caccia, le multe salate non ci fermeranno»
BELLUNO. «Non ci fermeremo. Troveremo altri modi per manifestare il nostro dissenso contro la caccia e contro una legge che va a favore di una cerchia ristretta di cittadini che abbraccia le doppiette, a discapito di tutto il resto della popolazione».
A parlare è Flora Rossi, presidente della cooperativa Mazarol di guide naturalistiche ed educatori ambientali, e laureata in scienze forestali. E lo fa commentando la legge contro il disturbo venatorio passata in consiglio veneto, che ammette fino a 3.600 euro di multa per chi disturba i cacciatori intenti nella loro attività. «Questa legge è vergognosa», ammette la presidente della cooperativa, «la caccia è consentita, c’è una legge che la prevede e poi le varie emanazioni nelle Province consentono un’attività che è svolta da sempre meno persone, ma che ha delle garanzie e opportunità che sono eccessive e che ledono i diritti dei cittadini».
La Rossi porta degli esempi di quello che succede in provincia di Belluno. «La caccia quest’anno nel nostro territorio è iniziata ad agosto e si concluderà alla fine di gennaio. In questi sei mesi», precisa la guida naturalistica, «chi vuole fare delle escursioni tra i boschi magari in compagnia dei propri animali non lo può fare se non a rischio, nel migliore dei casi, di sentire in sottofondo il rumore degli spari, nel peggiore dei casi di venire impallinati. Penso a chi ha cani e cavalli, che non può uscire in passeggiata. E questo va a ledere il diritto di tutti i cittadini di muoversi liberamente e con sicurezza nel territorio».
Flora Rossi si riferisce anche a chi ha problemi fisici, come le persone non udenti, o all’anziana che vuole portare i nipotini a fare una passeggiata e non lo può fare. «Molti di noi hanno segnalato alle forze dell’ordine, carabinieri, Corpo forestale e polizia provinciale, i casi di cacciatori che sparano vicino alle case o che si muovono in auto, con il timore che possano sparare pure dalla vettura. E poi cosa dire delle altane che costruiscono sugli alberi e che a nostro avviso sono al limi della legalità? Con le multe che oggi sono imposte a chi disturba queste attività che ledono i diritti dei più, stiamo rasentando la presa in giro, visto che si parla di cifre che sono superiore di gran lunga anche a reati penali più gravi».
Ma c’è anche un altro elemento che viene criticato dalla presidente della cooperativa, quello della caccia di selezione alla volpe che avviene in questo periodo ogni anno, soprattutto a Mel. «L’anno scorso con manifestazioni, peraltro che sono riconosciute dalla Costituzione come un diritto, siamo riusciti a frenare questa attività che presenta spesso delle modalità molto violente, visto che si possono usare anche petardi spaventando non solo le volpi ma tutto il resto della fauna che vive in quel territorio. L’anno scorso avevamo fatto una petizione al Touring club italiano perché Mel è bandiera arancione proprio per la sua biodiversità. Questa caccia viene giustificata come un modo per evitare il diffondersi della rabbia, ma non è così, perché questo animale è molto mobile e se viene eliminato da un territorio al suo posto arriveranno volpi da altre parti e allora aumenterà ancora di più il rischio di rabbia. Noi ci opporremo sempre a chi fa della violenza uno sport. Troveremo altri modi per fermare queste uccisioni». (p.d.a.)
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