Cacciatori con fucile "artigianale": arrestati

Fermati su un’auto a Candaten dalla polizia provinciale. L’arma non aveva matricola. Perquisizioni della questura
Soverzene, 18 agosto 2006, Guardie Forestali e polizia provinciale impegnate nella ricerca di una presunta pantera neraGli agenti della Polizia provinciale di Belluno a Soverzene ieri mentre cercano tracce della pantera segnalata nei giorni scorsi in paese da due persone
Soverzene, 18 agosto 2006, Guardie Forestali e polizia provinciale impegnate nella ricerca di una presunta pantera neraGli agenti della Polizia provinciale di Belluno a Soverzene ieri mentre cercano tracce della pantera segnalata nei giorni scorsi in paese da due persone

SEDICO. A caccia col fucile artigianale risultato irregolare. Per questo motivo è scattato l’arresto per due cacciatori di Sedico, fermati sull’auto, per un controllo, dalla polizia provinciale. L’arma sarebbe stata costruita artigianalmente e dunque non avrebbe neanche il numero di matricola.

Le manette sono scattate nella serata di martedì, nella zona di Candaten, intorno alle 22, 22.30: dalle perquisizioni domiciliari eseguite subito dopo dalla stessa polizia provinciale con l’ausilio della polizia di Stato (intervenuta con le Volanti), sarebbe saltato fuori ben altro. Altre armi da caccia sono state trovate, non tutto sequestrato (la questura parla di un “maxisequestro” cosa comunque non confermata dalla difesa dei due arrestati, fino a martedì sera tranquilli cittadini). L’ipotesi che viene avanzata dagli inquirenti è che, a quell’ora di sera, lungo una strada che attraversa la zona del Parco (nei pressi della sede della Forestale di Candaten), dunque una zona protetta, la pattuglia abbia sventato una ipotetica caccia di frodo. Un punto basato sul fatto che all’interno dell’auto, durante il controllo, è stato ritrovato un fucile fabbricato artigianalmente, senza matricola e con un silenziatore.

Erano già state a caccia le due persone oppure si stavano apprestando a una battuta? E ancora: lo sapevano che la giornata di martedì era una giornata in cui le doppiette dovevano stare zitte? Martedì non si poteva sparare in quanto per il calendario di caccia era un “giorno di silenzio”.

Di fatto, alla polizia è bastata la presenza di quest’arma perchè scattasse l’arresto di entrambi, come prevedono le norme in materia. E così è stato: e nella notifica del provvedimento pare sia contestata solamente la violazione in materia di armi, nulla in merito alla violazione di norme sulla caccia, cioè dalla presunta caccia di frodo, oppure in zona Parco; nè a bordo dell’auto è stata ritrovata selvaggina appena cacciata.

L’indagine non si è conclusa qui, comunque: dunque è possibile che la polizia provinciale in precedenza avesse già avuto moto di attenzionare i soggetti e che per quel che riguarda altri tipi di reato stia concludendo degli accertamenti, anche in base alle presunte risultanze delle perquisizioni domiciliari eseguite insieme con la polizia di Stato, dopo il fermo dei due cacciatori. Sta di fatto, comunque, che in una delle perquisizioni sarebbero stati trovati uno o due fucili da caccia, regolarmente denunciati.

I due arrestati sarebbero entrambi muniti di permesso di caccia, uno apparterrebbe alla Riserva di Sedico: un particolare curioso sarebbe quello secondo cui uno dei due cacciatori non sapeva della presenza in auto di quel fucile artigianale e irregolare che lo ha fatto finire in galera.

Entrambi, dopo le formalità di rito in questura, sono stati trasferiti nel carcere di Baldenich, dove ora sono in attesa dell’udienza di convalida davanti al giudice delle indagini preliminari, difesi dall’avvocato Massimiliano Paniz (dell’omonimo studio).

L’udienza a ieri non era stata ancora fissata in tribunale a Belluno. Viste le scadenza di legge potrebbe aver luogo domani.

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