Cadavere scheletrito in una baraccopoli: giallo lungo le rive del Piave a Levego
Lo hanno trovato fuori da una delle roulotte in cui viveva in una sorta di baraccopoli in riva al Piave, insieme con i suoi cani: il corpo ormai ridotto ad uno scheletro, semi mummificato, in parte preda di animali selvatici e dei cani stessi.
Morto come un clochard, un settantenne bellunese di cui si erano perse le tracce da alcuni giorni: alla mensa della Caritas non lo avevano più visto. Neanche lungo il tratto di sinistra Piave, in via Miari, dove solitamente chiedeva un passaggio agli automobilisti per arrivare in città.
È stato proprio un sacerdote della Caritas ad avvertire i carabinieri martedì notte, del macabro ritrovamento in quella zona di Levego che si apre al Piave: il prete era andato a sincerarsi delle condizioni dell’anziano che non era più andato in mensa.
Lo stato del cadavere non ha consentito di assegnare un nome certo a quel che rimane di quel corpo e sarà l’autopsia a stabilire se si tratti dell’uomo che effettivamente viveva in quell’accampamento di panni sdruciti appesi agli alberi e circondato di rifiuti.
Si sa che quell’area era la “casa” di un settantenne bellunese che non voleva saperne di vivere in altro modo: una persona che beneficiava dell’accoglienza della mensa della Caritas e delle attenzioni di realtà solidali, un uomo che da qualche giorno non si vedeva più circolare.
Ma prima di associare quel corpo alla persona di Giancarlo Bigi bisogna attendere i risultati degli accertamenti autoptici disposti dalla magistratura per fare luce sulla vicenda. Anche perchè il deceduto aveva anche una sua residenza in provincia, dove è anche nato.
Sicuramente, da quanto hanno potuto verificare i carabinieri del Nucleo radiomobile e del nucleo operativo del Norm della Compagnia di Belluno diretta in questo periodo dal sottotenente Giorgio Bergamo, non si tratta di una morte violenta: attorno al corpo scheletrito nulla che faccia pensare all’azione o alla responsabilità di terze persone.
Probabilmente è stato il freddo a minare la salute dell’uomo, o un malore improvviso che lo ha stroncato là, fuori dai rottami delle roulotte in cui si rifugiava, alcune con i lucernai tappati con la lana di vetro per frenare un po’ il gelo di queste notti ghiacciate e senza riscaldamento.
Purtroppo gli animali hanno fatto scempio del cadavere, probabilmente gli stessi cani (oltre una decina), che l’anziano teneva con sè in quell’appezzamento di terreno ridotto a discarica e delimitato da un recinto rispetto alla strada bianca che porta al Piave.
La morte potrebbe risalire anche a una settimana fa. Molte le parti mancanti, gli animali selvatici hanno aggredito l’addome, la testa era già scheletrita.
I carabinieri di Belluno hanno eseguito accertamenti fino alle 4 di notte, poi il corpo è stato trasferito in obitorio: del caso si sta occupando il pubblico ministero Marco Faion che ha disposto l’autopsia per ogni chiarimento e per assegnare una identità sicura. —
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