Cagnolino avvelenato nel giardino della sua casa
BELLUNO. Ha fatto una morte orribile, dolorosa e assurda. È spirato vomitando sangue, avvelenato da quel boccone di carne che era stato riempito con qualche sostanza nociva. A rendere l’episodio ancora più inquietante, è il fatto che il cane ha mangiato quel boccone avvelenato nel giardino della casa in cui viveva. A Cavarzano, un quartiere non nuovo a ritrovamenti di esche avvelenate.
È successo una decina di giorni fa, in una laterale di via Giovanni Paolo I. La padrona dell’animale lo aveva fatto uscire in giardino per fare i suoi bisogni. Tre ore dopo essere rientrato in casa il cagnolino ha iniziato a vomitare sangue, senza che la famiglia e il veterinario, chiamato immediatamente, potessero fare nulla. A segnalare il caso è l’Apaca, l’associazione che si occupa dei cani abbandonati gestendo un rifugio nei dintorni dell’aeroporto. La segnalazione ha fatto in pochissime ore il giro del web. In otto ore era stata condivisa già più di trecento volte. Un dato che racconta l’indignazione e lo sconcerto provato da chiunque abbia letto la vicenda.
L’Apaca non ha dubbi: a causare la morte del cagnolino è stata «un’esca avvelenata (probabilmente con topicida) dolosamente lanciata all’interno del giardino e che il cane ha mangiato in quei pochi minuti di uscita per i bisogni», scrive l’associazione. «Da tempo il quartiere di Cavarzano è una delle zone a rischio della città. Gli anni scorsi sono stati avvelenati altri cani e sempre nei loro giardini, segno che si tratta di un gesto intenzionale e di un atto criminale premeditato». Un reato, perseguibile penalmente, ricorda l’Apaca.
Nel 2015 sono stati sette i cani e due i gatti morti nel capoluogo a causa dei bocconi avvelenati. È successo nei quartieri di Cavarzano, Baldenich, Sossai e Nogarè. Qualche volta gli animali hanno mangiato i bocconi intrisi di veleno, altre volte hanno leccato sostanze sparse sul terreno (come i lumachicidi, pericolosissimi). Episodi analoghi, aggravati da qualche colpo di fucile, si sono verificati nello stesso anno anche in Nevegal ai danni della colonia felina che vive sul colle ormai da dieci anni.
Una ricerca dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale delle Venezie uscita lo scorso anno ha individuato in Belluno una delle provincie del Triveneto dove gli avvelenamenti e lo spargimento delle esche sono tuttora molto diffusi.
L’episodio accaduto a Cavarzano è solo l’ultimo di una lunga serie. «E sempre nelle stesse zone», conclude Walter Capraro, dell’Apaca. «Cavarzano, Sala, Nogarè... evidentemente si tratta di qualcuno che vive in queste zone». La speranza dell’Apaca è che venga individuato quanto prima per evitare ad altri animali le sofferenze provate dal cagnolino morto dieci giorni fa.
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