Cai: «Formazione per gli scout»
SAPPADA. «Prima di effettuare un'escursione in montagna, se non si conosce bene la zona, è meglio affidarsi agli esperti». È l'appello che lancia il Cai Veneto a seguito della disavventura di un gruppo di scout milanese, 22 persone in tutto tra cui 17 minorenni, che mercoledì mattina sono stati soccorsi dopo essersi incrodati sul Peralba.
I ragazzi erano partiti all'una di notte per salire sul monte da cui sgorga il Piave, per godere dello spettacolo del sorgere del sole da un punto di vista privilegiato. Probabilmente, però, i cinque accompagnatori hanno sottovalutato le difficoltà del percorso scelto, o addirittura hanno sbagliato a leggere la cartina: «Pensavano fosse più semplice di quello che è», continua Bruno Zanantonio, portavoce del Club alpino italiano, sezione del Veneto. «Avrebbero dovuto aggiornarsi, avere con loro una guida oltre ad una cartina. Ma sarebbe stato sufficiente si informassero prima di affrontare l’escursione, rivolgendosi alle guide alpine, o alle stazioni del Soccorso alpino o dei Cai, che sono sparse su tutto il territorio».
Il Cai da qualche tempo sta lavorando con fermezza sul settore della formazione: la campagna di prevenzione “Montagna amica e sicura” va proprio nella direzione di insegnare ai turisti, e a tutti i frequentatori delle vette alpine, come ci si deve comportare durante, ma anche prima di un'escursione, perché non si può partire senza conoscere qual è il giusto equipaggiamento, e senza avere raccolto alcune fondamentali informazioni sul percorso e le previsioni meteo, giusto per fare qualche esempio.
«Da marzo abbiamo iniziato a lavorare con le associazioni scout locali», continua Zanantonio. Sono tre: Agesci, Scout d'Europa e Cengei. «Abbiamo già effettuato alcuni incontri per la formazione dei capi, che sono le figure che si occupano di portare in giro i ragazzini». Sono numerose le richieste di formazione giunte al Cai da gruppi scout locali.
L'informazione sulla campagna è stata fatta a livello nazionale, e il Cai sta iniziando ad allargare il suo raggio d'azione. Gli operatori della montagna, insomma, non sono assenti: il lavoro sulla formazione e sulla prevenzione è iniziato, ma ci vorrà del tempo perché raggiunga anche i gruppi più lontani.
Alessia Forzin
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