Cala il sipario sul corso di laurea in prevenzione
L’università di Padova dice basta alle lezioni decentrate Dario Bond sprona le imprese: «Bisogna fare rete»
FELTRE. Cala il sipario sul corso di laurea in tecniche della prevenzione sui luoghi di lavoro, attivo da una decina di anni a Feltre. Gli ultimi studenti della sede decentrata, quelli del secondo e terzo e ultimo anno, avranno la possibilità di terminare qui il ciclo di studi, negli spazi appena concessi al campus Tina Merlin. Ma il corso non sarà più proposto.
A furia di sfrondare a livello ministeriale i posti disponibili per gli studenti, da 30 fra Padova e Feltre come sede decentrata, ai 22 per l’anno accademico 2017/2018, la scelta dell’ateneo patavino è stata quella di concentrare gli studenti del prossimo triennio in un’unica sede, quella a Padova. I numeri di posti disponibili, del resto, non avrebbero consentito il mantenimento di due corsi separati.
A Feltre, fra questo anno accademico e il prossimo, si esaurisce dunque il percorso triennale e si licenziano gli ultimi trenta studenti “feltrini”. A darne notizia è il commissario di Forza Italia, Dario Bond, che nei mesi scorsi aveva lanciato l’allarme, alla luce del decreto Fedeli, non sottacendo il rischio che i corsi feltrini fossero depennati dalla programmazione regionale. Compreso quello di scienze infermieristiche. Invece restano quest’ultimo e il master “Prevenzione ed emergenza in territorio montano e d’alta quota”. Ma si taglia la testa al corso di tecnico della prevenzione sui posti di lavoro, riconosciuto, dice Dario Bond, come «il secondo corso migliore attivato dall’università di Padova per il territorio veneto, sia dal punto di vista della logistica che della formazione e dei docenti. Lo stesso Mario Plebani, presidente della scuola di medicina e chirurgia, si è detto molto spiaciuto. Ma i numeri purtroppo giocano un ruolo determinante».
Ma il commissario forzista non si perde d’animo, sostenendo che forse non tutto è perduto. «Sto cercando collaborazioni forti con la Regione, interessando sia l’assessore Bottacin che il consigliere Gidoni e l’assessore alla sanità Coletto, oltre che con l’Usl Dolomiti, affinché possa essere intessuta una rete con i soggetti privati che si avvalgono di questi professionisti. Si tratta di tecnici, formati e qualificati, di cui le aziende pubbliche e private hanno estremo bisogno».
Ma c’è sempre il problema delle risorse per realizzare progetti di questo tipo. «Solo se si crederà a questo progetto, a partire dalle istituzioni pubbliche che dovranno far leva sui soggetti privati, si potranno mettere insieme risorse finanziaria. Qual è l’obiettivo per frenare il progressivo impoverimento della Provincia, a partire dalla formazione? Può essere quello di accordarsi con l’università di Padova per turnare i corsi. Nulla impedisce che possa essere riproposto il corso a Feltre, pur tenendo conto che i posti disponibili sono 22 e basta, con la frequenza un anno da una parte e un anno dall’altra».
Laura Milano
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