Calalzo, Pd manifesta davanti all'hotel di Bossi e Tremonti
La protesta di una ventina di esponenti del Partito democratico contro i tagli degli enti locali previsti dalla manovra anticrisi. "Noi non ci facciamo cancellare", si legge su uno striscione
CALALZO. Una ventina di esponenti del Pd bellunese sta manifestando di fronte all'hotel Ferrovia di Calalzo di Cadore - che ospita il leader della Lega Umberto Bossi e i ministri Giulio Tremonti e Roberto Calderoli - per protestare contro i tagli degli enti locali previsti dalla manovra anticrisi.
"Noi non ci facciamo cancellare", recita uno striscione, che fa riferimento alla prevista soppressione di province come quella di Belluno. Il Pd paventa, infatti, la cancellazione in questo modo di "ospedali, turismo e patrimonio delle Dolomiti". Bossi, Tremonti e Calderoli hanno sicuramente potuto sentire gli slogan scanditi nel corso della manifestazione, trovandosi ancora all'interno dell'hotel dopo il pranzo. A spiegare ai giornalisti le ragioni di questa dimostrazione contro gli esponenti del governo, che sono soliti trascorrere le vacanze in zona, è stato il consigliere regionale del Pd, Sergio Reolon. "Siamo alla follia - ha sostenuto - questi giocano a risiko, non governano e non tengono in considerazione il territorio.
Tagliare una provincia montana come questa non ha senso, non c'è alcuna logica, non c'è alcun disegno in questi tagli". Mentre il gruppetto mostrava alle telecamere i propri striscioni, si è unito anche Gino Mondin, il gestore del Ferrovia, che è consigliere provinciale della Lega Nord: "Qui siamo tutti amici, sappiamo tutti che il problema è enorme - ha spiegato - ma Bossi non è il Padre Eterno con la bacchetta magica, però è giusto parlare". ì
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