Calano ancora le imprese bellunesi

I dati 2017 dell’ente camerale non sono positivi: in crisi ancora edilizia, commercio e manifatturiero. Cresce l’agricoltura
LAVORI EDILI, CANTIERE OPERAIO CON CASCHETTO
LAVORI EDILI, CANTIERE OPERAIO CON CASCHETTO

BELLUNO. Edilizia, commercio e manifatturiero: questi i settori dell’economia bellunese che ancora risentono di una contrazione. Bene invece l’agricoltura. Sono i primi dati che arrivano dalla Camera di commercio di Belluno Treviso relativamente all’intero anno 2017. In provincia, quindi, prosegue, anche se in modo meno intenso, la contrazione del numero delle imprese.

Al 31 dicembre scorso la demografia d’impresa segna 14.408 imprese attive, in lieve diminuzione (-22 unità, -0,2%) rispetto alla consistenza dell’anno precedente, ma in forte attenuazione rispetto alle contrazioni delle scorse annualità (-119 e -207 le variazioni assolute rispettivamente tra il 2016/2015 e tra il 2015/2014).

Anche per il territorio bellunese il contributo positivo più importante arriva dal settore dell’agricoltura che risulta in crescita di 39 unità (+2,0%) rispetto al dicembre 2016 poco più che stazionario rispetto al trimestre precedente (+4). La ripresa annua è sostenuta particolarmente dalle attività di floricoltura e coltivazione di colture non permanenti (+16) e dalle attività di allevamento di animali, in particolare da quelle dedite all’allevamento di ovini e caprini (+10).

Pure il settore alloggio e ristorazione presenta un saldo positivo rispetto al 2016 (+15 imprese, +0,8%), ma risulta ancora negativo il confronto con lo scorso trimestre (-10).

Tra le attività dei servizi in positivo solo i servizi alle persone che crescono sia su base tendenziale (+12 imprese, +1,3%) che congiunturale (+2 unità, +0,2%) mentre i servizi alle imprese sono in diminuzione su entrambi i periodi (rispettivamente -14 imprese, pari al -0,6% e -31 unità, pari al -1,4%). All’interno delle attività del terziario è positivo il bilancio delle attività professionali, scientifiche e tecniche (+7 imprese) e delle attività di supporto alle imprese (+3).

Non risultano superate le criticità del settore edile che perde 49 imprese rispetto all’anno precedente (era pari a -52 la variazione assoluta tra il 2016/2015), del commercio al dettaglio con -28 imprese, anche se in attenuazione rispetto alla variazione assoluta dell’anno precedente (-49 tra il 2016/2015) e delle attività manifatturiere, che complessivamente perdono 11 imprese (contro le -39 di un anno fa) quasi esclusivamente a carico dell’industria del legno (-12).

Per le iscrizioni e le cessazioni in provincia si evidenzia, tra il 2016 e il 2017, una lieve diminuzione delle prime (-12), che si portano a quota 807, e un aumento delle cessazioni non d’ufficio (+20). Il saldo permane negativo (-58), in attenuazione rispetto al 2015 (-99), ma in crescita rispetto a quello dell’anno precedente (-26).

Artigianato. Le imprese artigiane scendono da 5.069 a 5.004 unità e perdono 65 sedi rispetto al 2016 (-1,3%).

Il calo è in linea con quello registrato tra il 2016 ed il 2015 (-66 imprese artigiane, pari al -1,3%). La diminuzione interessa principalmente il settore delle costruzioni (-41 imprese); segue il manifatturiero (-13 imprese) che perde -12 imprese metalmeccaniche e -9 imprese dell’industria del legno.

«I dati di fine anno sulle aperture e chiusure delle imprese evidenzia che su Belluno permane un bilancio annuo ancora negativo, ma tendenzialmente stabile rispetto ai periodi precedenti. Qui stiamo lavorando con le istituzioni sul contesto territoriale nel suo complesso, con la ferma volontà di ridare energia economica con gli accordi territoriali, a una specificità montana che può risultare ancora più attrattiva per collocare la sede d’impresa rispetto agli altri territori concorrenti».

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