Calano i giovani imprenditori
De Col (Confindustria): «Troppa burocrazia rende tutto difficile»
Jury De Col presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria
BELLUNO.
Troppa brucrazia e pochi sgravi fiscali rendono difficile la vita ai giovani imprenditori che lasciano il campo. Un'indagine, condotta da Datagiovani di Padova, ha messo in evidenza come nel 2010 rispetto al 2006 in provincia di Belluno l'imprenditoria under 30 sia calata del 15%, assestando il numero a 648 titolari di azienda. Una flessione che in Veneto ha raggiunto invece il 22.9%. Insomma, i giovani imprenditori stanno diventano praticamente come le mosche bianche. I settori in cui si evidenzia la fuga sono le costruzioni e il manifatturiero, mentre sembrano in ripresa l'agricoltura e e il terziario, a partire dal commercio, dalla ristorazione e dai servizi alla persona. Una situazione nota a Jury De Col, presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria Belluno. «In Italia è difficile fare impresa, quella industriale ancora di più e in zone disagiate come quella montana lo è molto di più. L'imprenditoria giovanile, senza una famiglia alle spalle che possa sostenere l'idea e con un sistema che non fa sconti a nessuno, diventa molto rischiosa», precisa De Col, che continua: «Servono risorse che il nostro territorio non ha come invece altre realtà e quindi ogni risorsa in più diventa molto importante e mi riferisco al fondo Brancher». De Col evidenzia come «non venga riconosciuto il giusto peso all'imprenditore. Tra gli elementi a nostro svantaggio c'è il fatto che i giovani oggi sono spaesati, non sono protetti da nessuno. Lo dimostra il fatto che la provincia di Belluno è 100ª nella classifica di Unioncamere per numero di imprenditori e nel Nord Est l'imprenditoria giovanile rappresenta il 10%. Ciò che balza agli occhi, invece, è l'aumento degli imprenditori stranieri, che forse coltivano un sogno che i nostri ragazzi non hanno più. Giovani che non hanno nemmeno più un modello di riferimento nella classe dirigente politica». Sicuramente a giocare un ruolo rilevante nel rifuggire la possibilità di fare impresa tra gli under 40 «è la paura di responsabilità, di fallire, del sacrificio, senza sapere che sono tante le soddisfazione per un imprenditore, prime tra tutte la possibilità di contribuire alla crescita e allo sviluppo del proprio territorio, dando lavoro ad altra gente», conclude De Col. «Ci vorrebbe che tutti provassero a mettere su un'impresa per capire cosa significano i vincoli a cui siamo soggetti. Facendo così, magari l'opinione su di noi cambierebbe». (p.d.a.)
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