Calcinacci da lavori in casa Riprende lo smaltimento

FELTRE
I lavoretti edilizi che si fanno in casa, hanno “intasato” i cassoni degli inerti negli ecocentri comunali. Ecocentri che a loro volta hanno dichiarato il “tutto esaurito” e non concedono più conferimenti da sei mesi a questa parte.
L’Unione montana feltrina ha dovuto gestire questo problema che ha creato non poco malcontento fra i cittadini di tutti i Comuni – fatti salvi quello di Seren del Grappa e di Lamon che già si erano attrezzati autonomamente – costringendo le persone a tornarsene a casa con il carico di calcinacci in macchina. E ha trovato un impianto disponibile a ricevere il materiale edilizio di risulta.
Da adesso in poi l’ente comunitario potrà conferire a Trichiana, alla discarica del consorzio Cipa, ma solo se i Comuni potranno dimostrare, attraverso una serie di analisi sui campioni, che nel materiale non ci sono grandi quantitativi di solfati, quelli presenti in particolare nel calcestruzzo.
Il problema è già risolto per Seren e Lamon, per Arsiè, Sovramonte, Fonzaso, Santa Giustina e San Gregorio: il materiale accunulato ha passato l’“esame” per sette Comuni su nove, e potrà essere conferito.
Ogni ente locale è tenuto a corrispondere al consorzio 300 euro di quota associativa e per ogni tonnellata di materiale portato in discarica il costo è fissato in 11 euro.
La convenzione sarà attiva fino al 31 dicembre 2021.
«Non potevamo che accogliere questa offerta», spiega il presidente dell’Unione montana feltrina, Federico Dalla Torre. «Il problema è quello relativo ai materiali che si usavano decenni fa, dove la presenza di solfato era consistente. Quindi il consorzio accetta materiale edile proveniente dai piccoli lavori che si fanno in casa, ma chiede di abbassare la quota degli inquinanti. Cosa non facile, visto che si lavora su materiale vecchio. Potrebbe esserci una percentuale che non può essere conferita».
La vicenda è ricostruita nella determina del Servizio ecologico associato dell’Unione montana che ha formalizzato l’accordo con il Copa.
Fino al 31 dicembre scorso il rifiuto inerte veniva conferito, recuperato e smaltito nell’impianto Fratelli De Pra di Ponte nelle Alpi. Non è stato possibile proseguire con il conferimento quest’anno, però, in quanto l’impianto era saturo e non accettava più il materiale del territorio.
Così, si spiega nell’atto, l’Unione montana ha contattato altri impianti (Superbeton, Dal Zotto) facendo fare un’analisi di caratterizzazione, necessaria per poter avviare i conferimenti di tutti gli inerti presenti negli ecocentri ad esclusione di Seren del Grappa e Lamon i quali si gestiscono in autonomia il servizio. Per gli ecocentri di Alano di Piave, Cesiomaggiore, Quero-Vas, Pedavena è però risultato che gli inerti contenevano rifiuti non ammessi, come solfati da cartongesso.
È stata fatta anche una ricerca di mercato sulla piattaforma appalti dell’Unione montana Feltrina. Ma nessuno si è fatto avanti.
La ditta Gg Garbin di Fonzaso si sarebbe resa disponibile a condizione di effettuare anche il trasporto, ad oggi in capo alla ditta Snua. Ma nonostante la volontà della Snua di cedere il trasporto, ciò avrebbe comunque comportato per l’ente comunitario la necessità di avviare un’altra procedura con allungamento dei tempi.
Cosa non fattibile, si evidenzia nella determina, poiché gli ecocentri sono saturi e c’è l’urgente necessità di provvedere. Così è venuto in soccorso il consorzio di Trichiana e i cassoni degli inerti degli ecocentri feltrini saranno svuotati. —
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