Calcio: ritardo nell'iscrizione telematicaSquadra bellunese fuori dai campionati

La squadra pontalpina non è stata ammessa alla Seconda categoria. Ma non è che potrà ripartire dalla Terza: è fuori dal Comitato Veneto, perché ormai tutte le iscrizioni sono chiuse. La colpa è del ritardo di un giorno nell'iscrizione telematica
PONTE NELLE ALPI.
Disperazione Coi de Pera. La squadra pontalpina non è stata ammessa alla Seconda categoria. Ma non è che potrà ripartire dalla Terza: è fuori dal Comitato Veneto, perché ormai tutte le iscrizioni sono chiuse e maledetta la volta che a Marghera hanno deciso di introdurre quella per via telematica, imprecano nella sede di Cugnan. E’ stato proprio un ritardo in questa operazione a mettere in fuorigioco la matricola, che adesso può solo rivolgersi al Centro sportivo italiano, nel cui campionato fra l’altro c’è già un Coi de Pera. Il patron Dino Della Vecchia ha perso di colpo degli anni di vita, quando il commissario straordinario Antonino De Silvestri gli ha comunicato l’esclusione. La sua creatura calcistica è rimasta al mondo solo tre stagioni, ma ammetterla al campionato sarebbe stato un abuso, spiegano a Marghera: «Mi dispiace soprattutto per i nostri ragazzi, che hanno lottato fino in fondo, per conquistare un posto in regione. Ce l’hanno messa veramente tutta e, alla fine di una lunga attesa, si sono sentiti dire che non c’è più niente da fare».

«Tre anni buttati».
Due campionati provinciali persi ai play off e uno vinto nello spareggio con l’Arsiè, dopo un ricorso presentato ai danni degli arsedesi, per il mancato tesseramento di Luca Arsiè e i punti di penalizzazione necessari all’aggancio in testa alla classifica del girone A di Terza. Chi di ricorso ferisce, di mancata iscrizione perisce, verrebbe da dire: «La verità è che abbiamo buttato via tre anni di lavoro e di sacrifici, tutto per una leggerezza, il ritardo di un giorno. Ho confidato che potessimo farcela lo stesso, solo ieri mattina ho perso tutte le speranze, dopo aver chiamato per l’ennesima volta a Marghera. Peccato».

Senso di smarrimento.
Se non fosse che è un uomo grande e grosso, a Della Vecchia verrebbe da piangere. Cosa fare adesso? «L’unica cosa sarà parlare con i nostri giocatori, per capire che intenzioni hanno. Non possiamo fare altro, non ci sono ricorsi da fare o diritti di altre squadre da prendere. Siamo fuori e per me è un grande dispiacere. Purtroppo siamo sempre stati una società a conduzione familiare, io e i miei figli, e stavolta ci siamo ridotti all’ultimo momento, non riuscendo a presentare l’iscrizione, dopo aver fatto il bonifico. Non so davvero cos’altro dire, forse sentirò un avvocato».

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi