Caldo e secco, le allergie sono già qui
Pollini in grande anticipo. Aumentano le bronchiti da inquinamento
BELLUNO. Arrivo in anticipo per la primavera, ma anche delle allergie. E se da un lato il 10% della popolazione bellunese soffre di pollinosi, la malattia legata al polline, e di questi il 30% soffre di asma allergica, dall’altro sono in continuo e graduale aumento le malattie croniche tra cui le insufficienze respiratorie, legate all’inquinamento. A dirlo è il direttore dell’unità operativa di pneumologia dell’ospedale San Martino di Belluno, Gianmarcello D’Ambros. «Quest’anno la pollinazione è arrivata quasi un mese in anticipo, soprattutto per quanto riguarda il nocciolo e la betulla», dice il primario, «per cui quest’anno abbiamo avuto un riscontro dei sintomi da allergia già nella prima metà di febbraio, soprattutto nelle zone più basse come la Valbelluna dove il clima è più caldo. Quindi sono già in molti quelli alle prese con starnuti, riniti, e congiuntiviti. Tutti sintomi che, viste le previsioni di una primavera e un’estate calde e secche, dovrebbero aumentare nel corso dei mesi soprattutto a maggio-giugno con la prolificazione delle graminacee». Il consiglio quindi è di correre ai ripari passando alla vaccinazione. Vaccino che sta, però, acquisendo un costo sempre più elevato. «I vaccini contro i pollini, che vanno somministrati per 4-5 anni, costano all’anno circa 200 euro, quelli invece contro gli acari o le forfore di animali arrivano anche a 1000 euro l’anno. Cifre che incidono in un bilancio familiare visto che sono a totale carico del paziente. «C’è, però, un’altra terapia contro l’allergia, riservata alle forme gravi perchè molto costosa. Si tratta di vaccini biotech che costano circa 20 mila euro l’anno. E’ una cura efficace, certo, ma dispendiosa, che speriamo, nel tempo, possa avere dei costi meno proibitivi».
Ma le allergie sono soltanto uno dei problemi legati alle vie respiratorie e soprattutto legate all’inquinamento. «Bronchiti, tracheiti e problemi alle vie respiratorie sono dovute infatti, e su questo notiamo un aumento, non solo al fumo di sigaretta, ma anche all’inquinamento. Uno dei fattori principali causa di questa patologia è la presenza massiccia di inquinanti che, in un clima secco, restano logicamente più presenti nell’aria causando dei problemi. Sicuramente diminuire la presenza di automezzi sulle strade è una soluzione per evitare l’insorgere di queste patologie, ma gli interventi che finora sono stati fatti, come il blocco del traffico in una sola giornata, non sono efficaci». Tra le malattie delle vie respiratorie rientra anche la Tbc. «Nel nostro ospedale trattiamo circa 20-25 casi all’anno di tubercolosi, di cui la metà sono riferite all’apparato respiratorio, l’altra metà agli altri apparati. Sono cifre che finora non destano preoccupazione anche se la tendenza è in aumento visto anche il fenomeno dell’emigrazione da paesi dove la Tbc è a livello pandemico. Su questo fronte siamo, tuttavia, in stato di allerta, secondo quanto disposto dalle linee guida regionali che sono state attivate proprio la settimana scorsa e che hanno previsto l’istituzione del “dispensario funzionale antitubercolare” in ogni Usl o meglio in ogni ospedale per quanto riguarda la diagnostica e la cura, e in ogni servizio igiene per quanto riguarda il monitoraggio. Inoltre è previsto, secondo quanto è stato confermato dalla Regione, che nei prossimi anni il fenomeno sarà in crescita e noi dobbiamo essere pronti a fronteggiarlo».
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