Cambia il servizio di neuropsichiatria infantile

BELLUNO. Entro il mese di luglio sarà riorganizzato il servizio di neuropsichiatria infantile, che diventerà un servizio territoriale.
Il servizio, che negli ultimi anni ha presentato alcune criticità, come una lunga lista di attesa, sarà adeguato così alle linee guida stabilite dalla Regione Veneto. «In questo modo verrà superata un’ingiustizia relativa all’offerta non omogenea nel territorio; mentre prima i neuropsichiatri infantili rientravano nella gestione dell’ospedale di Belluno, ora i pazienti dell’Agordino e del Cadore avranno la presa in carico del neuropsichiatra per le patologie di riferimento. In più, essendo tutti nella stessa unità operativa e sotto la stessa direzione (quella dei servizi sociali e non più della sanità), sarà possibile compensare l’assenza di operatori in varie aree, con lo scambio del personale», spiega Maria Arrigoni referente per l’Usl 1 del Servizio infanzia, adolescenza e famiglia.
La Regione nel 2001 aveva chiesto all’Usl 1 di proporre un piano per la riorganizzazione dei servizi dell’età evolutiva: «E noi dovevamo rispettare le linee guida di questo piano, nell’intento di uniformare l’intero territorio regionale sulla tipologia dei servizi. Il primo step», spiega meglio la referente Arrigoni, «sarà il cambio di denominazione del servizio, che prenderà il nome di “Servizio per l’età evolutiva”: tutte le Usl dovranno avere omogeneità di intervento, grazie a questi servizi che diventeranno territoriali».
E ora che le schede ospedaliere ci sono, si potrà partire con la riorganizzazione. «Resteranno le sedi del territorio del servizio, vale a dire Agordo, Pieve e Belluno; Cusighe resta la sede principale del servizio, ma viene garantita l’offerta del territorio; tutti gli utenti bellunesi potranno contare su un’équipe neuropsichiatrica; così facendo, tutti avranno lo stesso trattamento».
La neuropsichiatria infantile non sarà più dipendente dalla pediatria e dal direttore sanitario, ma dal distretto e dal direttore sociale: «Questo faciliterà il lavoro di programmazione e di offerta. E si potranno fare facilmente progetti per bambini e famiglia. Resterà il compito dei neuropsichiatri di dare consulenza in ospedale a Belluno, ma in periferia gli utenti saranno direttamente presi in carico dal’équipe neuropsichiatrica».
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