Cambia l’orario, l’Usl 1 deve assumere

Con la norma europea scende a 12 ore e 50’ il limite di lavoro. In difficoltà Suem, Pronto soccorso e punto nascita cadorino
Di Paola Dall’anese

BELLUNO. Cambiano negli ospedali bellunesi gli orari di lavoro e di riposo di medici e sanitari dipendenti, secondo quanto imposto dalla normativa europea. E così tra assunzioni bloccate e budget da rispettare, in vista di possibili disagi l’Usl 1 sta correndo ai ripari. Da un lato ha già cambiato i turni di lavoro, dall’altro invece si è attivata per alcune assunzioni sia di medici che di operatori sanitari e tecnici. Insomma è una rivisitazione completa del sistema di offerta dei servizi, che dovrebbe portare, ad esempio, a rivedere gli orari di alcune prestazioni ambulatoriali erogate dall’ospedale, che potrebbero slittare al pomeriggio o alla sera.

Gli orari da rispettare. Da ieri, infatti, come prevede la direttiva europea 88/2003, devono essere rispettati il limite massimo di 12 ore e 50 minuti di lavoro giornaliero (dopo 6 ore è prevista una pausa minima di 10 minuti), il limite massimo di 48 ore di durata media di lavoro settimanale, compreso lo straordinario, e soprattutto il limite minimo di 11 ore continuative di riposo nell’arco di un giorno. Alla legge, che vale solo per le strutture pubbliche, ogni Usl si dovrà «immediatamente e obbligatoriamente adeguare», pena sanzioni da 100 a 3.000 euro per il mancato rispetto del riposo giornaliero, e tra 200 e 10.000 euro per la violazione della durata massima del lavoro settimanale.

Il timore di disagi negli ospedali. «Abbiamo riorganizzato i turni», precisa Tiziano Martello,direttore sanitario dell’Usl 1, «qualche difficoltà ce l’abbiamo soprattutto nei servizi dell’emergenza-urgenza quali Suem e Pronto soccorso e nel punto nascita di Pieve di Cadore, dove il turn over manca. In quest’ultimo caso, infatti, se prima, in virtù di un basso volume di attività si poteva contare sulla buona volontà del personale, adesso non può più essere così. Abbiamo pertanto pensato di assumere qualcuno, se saremo autorizzati visto il blocco delle assunzioni e i budget di spesa da rispettare. L’esigenza è di poco meno di una decina di medici, di 14 operatori sanitari e di un autista».

Intanto, l’Usl 1 sta concordando con i sindacati di categoria un percorso per delineare meglio il nuovo sistema orario. «Uno dei problemi è questo», conclude Martello, «se uno ha la reperibilità notturna e viene chiamato per alcune ore, il giorno dopo secondo gli orientamenti, questo professionista non potrà riprendere il lavoro alle 8 del mattino, ma magari al pomeriggio. Per cui dobbiamo considerare che alcune attività, tipo quelle ambulatoriali, non potrebbero più essere svolte al mattino, ma si partirà da metà mattinata per continuare nel pomeriggio o anche fino a sera alle 19-20 o anche più tardi. Lo decideremo insieme con le parti sociali».

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