Cambiano i criteri per le case popolari: «Saranno date solo a chi ha bisogno»
Hai una casa di proprietà? Non hai più diritto all’alloggio popolare. È solo una delle novità contenute nella nuova legge, la 39 del 2017, che disciplina e regolamenta l’accesso alle case Ater. A partire da domani, e per sessanta giorni, potrà essere presentata domanda di assegnazione per un alloggio di edilizia residenziale pubblica (quelle che un tempo si chiamavano case popolari) nella sede dell’Ater in via Castellani, a Cavarzano.
nuovi criteri
La nuova normativa di settore modifica i parametri per l’accesso agli alloggi: quello di riferimento diventa l’Isee (prima era la situazione reddituale). Chi già vive in una casa Ater ha dovuto presentare una serie di documenti, che l’azienda valuterà. «Potrebbe anche non risultare più conveniente risiedere in un alloggio Ater, per alcune persone», anticipa la presidente dell’azienda territoriale di Belluno, Ilenia Rento. I canoni di affitto, infatti, potrebbero aumentare. O ridursi, dipenderà dalla situazione della famiglia.
Come potrebbe anche succedere che qualcuno non abbia più i requisiti per vivere in una casa popolare. In quel caso dovrà lasciarla, «ma avrà due anni di tempo per farlo», precisa la Rento.
priorità a fasce deboli
Per avere un alloggio popolare, inoltre, è necessario essere stabilmente residenti in Veneto da almeno cinque anni (calcolati negli ultimi dieci). L’obiettivo della norma è valorizzare il radicamento nel territorio regionale dei richiedenti. Comportano inoltre priorità nell’assegnazione degli alloggi la presenza in famiglia di anziani o disabili, avere una situazione economica ritenuta sfavorevole, l’essere genitori soli con figli a carico o avere condizioni abitative improprie, quali un alloggio antigenico, sovraffollato o con barriere architettoniche. Infine, chi ha una casa di proprietà, anche in altro comune rispetto a quello in cui si risiede (o addirittura all’estero) non potrà accedere ad un alloggio Ater.
case in tutta la regione
A differenza di quello che accadeva fino ad oggi, le domande potranno essere presentate anche da chi vive in un comune in cui non ci sono alloggi Ater: si potrà accedere alle liste di ogni comune del Veneto. Un esempio chiarisce il concetto. A Falcade Ater non ha alloggi, ma un cittadino di quel comune può presentare domanda per Taibon, o un qualsiasi altro comune del territorio regionale. È obbligatorio scegliere un comune (non si può accedere a più liste).
Con la riforma è stata anche eliminata la divisione della graduatoria in due partizioni (le classi di assegnazione A e B): ora si prevede che una quota degli alloggi disponibili sia riservata a particolari categorie, meritevoli di particolare tutela, come famiglie monoparentali, appartenenti alle forze dell’ordine, nuclei familiari di nuova formazione o giovani con meno di 35 anni d’età.
Una rivoluzione
«Siamo di fronte ad un cambiamento epocale», commenta la presidente Rento. «La nuova legge consentirà di garantire l’accesso agli alloggi popolari a chi non possiede altre abitazioni e non ha un reddito sufficiente per poter prendere in locazione un appartamento nel libero mercato. Quante volte ci siamo sentiti dire: “Davanti ai vostri appartamenti sono parcheggiate macchine costose e camper di proprietà dei vostri inquilini. È una vergogna”. La nuova legge regola queste situazioni e dispone che chi superi un determinato limite di reddito e patrimonio debba lasciare la casa popolare a favore delle famiglie più bisognose. Si smonta così l’idea secondo la quale chi entra in una casa popolare ci rimarrà per tutta la vita, pagando un canone di affitto più basso rispetto a quello di mercato».
«Inoltre chiunque risieda in Veneto, anche in comuni dove non ci sono alloggi dell’Ater, può chiedere di entrare nelle graduatorie di altri comuni, mettendo sullo stesso piano tutti i cittadini della nostra regione», conclude la Rento. —
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