Cambiano le esenzioni e i medici protestano «Non sappiamo nulla»
Con i nuovi livelli essenziali di assistenza decisi dal Ministero tagliati molti esami gratuiti: problemi per le donne incinte
BELLUNO. È caos per l’entrata in vigore dei nuovi Lea (Livelli essenziali di assistenza), approvati nei mesi scorsi dal ministero della Salute; vanno a sostituire quelli in vigore dal 1998 stabiliti dall’allora ministro Rosy Bindi. L’avvio è stato tenuto sottotraccia, tanto che nemmeno i medici di famiglia se ne sono accorti. Tra le novità l’addio ad alcuni esami gratuiti, anche per le donne incinte.
«I nuovi ticket di esenzione relativi alle diverse patologie sono entrati in vigore senza che sia stata data adeguata informazione alla popolazione», commenta il presidente dell’Ordine dei medici Umberto Rossa. «Nemmeno a noi medici è arrivato uno straccio di comunicazione né dal Ministero, né dall’Usl o dalla Regione. La gente che deve avere una prestazione gratuita grazie all’esenzione dal ticket, non essendo stata, informata, viene presa alla sprovvista quando si sente dire che quel codice non è più valido e che deve pagarsi gli esami».
«Noi medici», prosegue Rossa, «man mano che dobbiamo fare prescrizioni di accertamenti o altro, ci accorgiamo che qualcosa è cambiato. Ma solo perché è il programma informatico che abbiamo installato che ce lo ricorda, altrimenti non abbiamo in mano nessun vademecum, nessun elenco. Ci manca il nomenclatore che riporta tutti gli esami e le nuove esenzioni».
Il presidente dell’Ordine lamenta anche la carenza di coinvolgimento delle categorie mediche in questo passaggio così importante. «Abbiamo avuto una riunione tra noi professionisti proprio nei giorni scorsi. A questo punto metteremo un cartello fuori dai nostri ambulatori per ricordare ai nostri assistiti che sono state modificate le esenzioni ticket e che eventuali cambiamenti dipendono dallo Stato e non certo da noi medici».
Rossa è piuttosto arrabbiato: «Tutta questa vicenda potrebbe venire a nostro svantaggio: se dovessimo sbagliare qualche codice di esenzione, che magari oggi non corrisponde più alla patologia di un tempo, rischieremmo di andarci di mezzo noi prescrittori. Per evitare ciò, inviteremo i nostri pazienti a recarsi negli uffici per le prestazioni dell’Usl per richiedere i nuovi codici. Siamo nella confusione più totale e non sappiamo ancora cosa potrà accadere. Tutto questo aumenterà il disagio dei nostri utenti ma anche di noi medici di famiglia, che subiamo questa innovazione senza avere alcuna informazione».
Cosa cambia.
Tra i nuovi livelli essenziali di assistenza ci sono dei cambiamenti anche nel novero delle malattie. Tra quelle soggette a esenzione, sono state introdotte la miastenia grave e la sclerosi sistemica. Ma ce ne sono anche cinque che cessano di avere l’esenzione per malattia rara, acquisendo quella per patologia cronica invalidante: celiachia, dermatite erpetiforme, la sindrome di Down, quella di Klinefelter e le connettiviti indifferenziate. Diventano “patologia cronica invalidante”, anche altre sette malattie che nel regime precedente non erano inquadrate come tali: la Bpco (broncopneumopatia cronica ostruttiva) negli stati clinici di moderata, grave e molto grave entità, i donatori di organi, l’osteomielite cronica, le patologie renali croniche, il rene policistico autosomico dominante, l’endometriosi moderata e grave, la sindrome di talidomide.
Addio gratuità.
Novità anche per le donne in gravidanza. Viene prevista, infatti, l’abrogazione di alcuni articoli del vecchio decreto ministeriale relativi all’accesso gratuito agli esami di laboratorio e di diagnostica strumentale.
«Con il vecchio decreto Bind», precisa Antonino Lo Re, ex primario dell’unità operativa di Ginecologia e Ostetricia di Belluno e ora direttore alla casa di cura Pederzoli di Peschiera del Garda, «nel primo trimestre di gravidanza era prevista la diagnosi prenatale invasiva gratuita (amniocentesi e villocentesi) dopo i 35 anni. Ora questi esami dovranno essere prescritti dal medico specialista, solo in caso di rischio genetico. Al posto di questo esame è stato introdotto il cosiddetto “test combinato”, uno screening che valuta tre tipi di patologie genetiche e che indica soltanto le probabilità che il feto ne sia affetto».
Sono cambiati anche gli esami ematoclinici e «l’ecografia del terzo trimestre di gravidanza non è più gratuita, ma deve essere prescritta dallo specialista. Questo significa che si dovrà tornare a una clinica più efficace e a maggiore appropriatezza e competenza da parte dei medici ginecologi. Anche se questi nuovi Lea rispondono, come è evidente, a canoni di contenimento della spesa, sono positivi nella misura in cui danno maggiore responsabilità al medico. Entro due anni si potrà sapere se le attuali scelte sono migliorative rispetto alle precedenti».
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