«Cambiare le pensioni per far lavorare i giovani»

Sindacati in presidio per contestare la legge di bilancio prossima alla discussione «Migliorare l’uscita anticipata dal lavoro per gli usuranti e stabilizzare i precari»
BELLUNO. Cambiare le pensioni per dare lavoro ai giovani. I sindacati scendono in piazza contro la manovra di bilancio che sta per approdare in Parlamento. Partecipato, il presidio organizzato ieri da Cgil, Cisl e Uil di fronte alla Prefettura. «Questa manovra ha ricadute nel nostro territorio», spiega Rudy Roffarè, segretario aggiunto della Cisl di Belluno e Treviso. «Siamo la provincia con il più alto calo demografico del Paese e questo dato mette a rischio la tenuta del welfare: è necessario avviare politiche di sostegno alle famiglie e ai giovani per difendere l’occupazione nel nostro territorio».


Ma, soprattutto, è necessario permettere a chi lavora da anni di poter andare in pensione. Solo così i giovani potranno entrare nel mondo del lavoro e costruirsi un futuro. Sono molti i nodi della manovra che non convincono i sindacati. Che puntano l’attenzione in particolare sul tema delle pensioni: «Non è possibile che l’85% delle domande di Ape social (anticipo pensionistico,
ndr
) venga respinto dall’Inps per problemi di natura burocratica», tuona il segretario generale della Cgil Mauro De Carli. «Abbiamo il caso di un lavoratore che è stato disoccupato per anni, senza indennità, e che si è visto respingere la domanda solo perché aveva accettato un lavoro a voucher per tre giorni. Ma c’è anche il caso di un metronotte, ormai allo stremo delle forze, che aveva richiesto l’accesso all’Ape. Gli è stata respinta la richiesta e non se ne conosce il motivo. L’unica speranza di flessibilità per l’uscita dal lavoro concessa ai lavoratori così viene meno e questa cosa fa molto arrabbiare».


La Fiom invece contesta soprattutto il precariato: «In fabbrica ci sono lavoratori troppo vecchi, ai quali le aziende chiedono un aumento di produzione», spiega Luca Zuccolotto, segretario Fiom-Cgil. «E intanto abbiamo i giovani disoccupati, oppure precari. Il settore metalmeccanico sta tenendo, ma il problema è la qualità dei contratti: moltissimi sono a termine. Vanno bene in caso si verifichino picchi di produzione, ma qui ci troviamo di fronte a lavoratori con contratti ancora precari dopo un anno che lavorano per la stessa azienda. Si continuano ad utilizzare strumenti da crisi, perché le imprese hanno paura di una nuova fase di difficoltà, ma gli imprenditori dovrebbero avere il coraggio di assumere e di passare a tempo indeterminato chi ha un contratto a termine». Zuccolotto non rispamia neanche il sindacato: «Non ha fatto abbastanza quando è uscita la legge Fornero. Ora non possiamo più sbagliare, i lavoratori non ce lo perdonerebbero».


Per quanto riguarda i lavori usuranti, che permettono al lavoratori di richiedere un’uscita anticipata dal mondo del lavoro, «abbiamo chiesto di abbassare le soglie di accesso», aggiunge Renato Bressan, segretario dello Spi Cgil. «Altrimenti nessuno riuscirà mai ad andare in pensione anticipatamente». Bressan si schiera contro la parificazione dell’età pensionabile di uomini e donne («e il lavoro di cura non lo consideriamo?») e per la perequazione delle pensioni al costo della vita: «Ci sono generi di prima necessità e farmaci che aumentano anche quando l’inflazione è zero», conclude. Oggi i sindacati saranno di nuovo in piazza Duomo per l’attività di volantinaggio, in tarda mattinata incontreranno il Prefetto.


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