Camolino - Busche, riparte l’iter per la mega centrale
BELLUNO. «Il mostro si è risvegliato». Parte dal Comitato Acqua Bene Comune l’allarme per un nuovo iter del progetto “Camolino-Busche” il mega impianto idroelettrico pensato dalla società Energy Hydro Piave, per il 51% di Enel e per il 49% della bellunese En&En, già bocciato nel 2012. Un paio di anni prima la società aveva presentato la richiesta per la costruzione di un impianto che andava ben oltre la definizione di “centralina” e che aveva sollevato numerose osservazioni e la reazione contraria della popolazione locale, tanto che i cittadini di San Gregorio nelle Alpi si erano espressi anche con un referendum, che aveva detto no al progetto a vastissima maggioranza.
In questi anni, però, Energy Hydro Piave non si è arresa al primo Èdiniego della Soprintendenza e ha depositato una nuova richiesta di concessione, che arriverà presto anche sul tavolo della Commissione tecnica Via. Poco o nulla si sa del nuovo progetto: sembra che la società abbia apportato alcune modifiche cercando di superare il parere negativo della Soprintenza, come, ad esempio, l’interramento dei cavi per il trasporto dell’energia elettrica e forse anche una riduzione del prelievo d’acqua. In origine il progetto, che già riprendeva un’idea avanzata da Enel negli anni ’80, prevedeva il prelievo dell’acqua rilasciata dalla centrale di Sospirolo in zona Camolino, acqua che sarebbe stata intubata per 11 chilometri in una condotta interrata profonda da 40 a 130 metri e con un diametro di 4,6 metri. Il salto di 80 metri sarebbe stato sfruttato in una centrale idroelettrica da realizzare a Busche, con potenza installata di 36 MegaWatt e con una produzione annua di 90 kiloWattora. Il progetto prevedeva anche la costruzione di una vasca di accumulo interrata da 10 mila metri cubi d’acqua.
Forte la preoccupazione del Comitato Acqua Bene Comune, che teme l’impatto devastante dell’opera sul Cordevole e sul Piave: «Risulta necessario approfondire la legittimità dell'iter attuato, verificando se sia possibile effettuare in corso d'opera variazioni progettuali e relazioni di accompagnamento, senza informare coloro che hanno presentato osservazioni sul progetto originario o, se questi passaggi, non presuppongano invece un nuovo reinizio della procedura autorizzativa». Che nessuno sappia nulla è evidente da un rapido giro dei comuni interessati: Sospirolo, San Gregorio, Santa Giustina e Cesiomaggiore.
Ennio Vigne (sindaco a Santa Giustina), che negli anni scorsi aveva chiesto una procedura di inchiesta pubblica, sbotta: «Sono arrabbiato, è assurdo che venga riproposto un progetto che aveva sollevato così tanti dubbi e contrarietà. Domani (oggi, ndr) verificherò tutto il possibile e prenderò contatti con i colleghi».
Qualche mezza informazione in più era arrivata a San Gregorio nelle Alpi, dove il sindaco Nicola Vieceli ha già parlato con il Comitato: «È una sosrpresa, di cui sappiamo poco e male. La settimana prossima sentiremo la commissione Via per avere notizie più precise. Certo che, tra questo progetto e quello di Gosaldo, siamo davanti alla ripresa di due situazioni assurde e che pensavamo superate». In realtà la procedura per la Camolino - Busche era solo dormiente perché il no della Soprintendenza costituiva un tappo che ora potrebbe saltare.
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