Campetti, «portiamo la sede in Friuli»
SAPPADA. Non buona, ma ottima la stagione estiva a Sappada. Per quella invernale, invece, l'orizzonte è grigio, anzi con qualche tendenza al nero: la società che gestisce gli impianti, infatti, è in liquidazione. Ecco perché Daniele Kratter, che del circo bianco è l'anima, ha deciso di rivolgersi con determinazione al Friuli Venezia Giulia, sia alla Regione che, specificatamente, a Promotur.
«Se il trasloco del Comune dal Veneto al Friuli è al momento in una fase di sospensione, la nostra società è disponibile a portare la sede legale, magari nel vicino Comune di Forni Avoltri, in modo da dare la possibilità a Promotur e alla Regione di intervenire a Sappada, promuovendola di fatto a sesto polo sciistico del Friuli Venezia Giulia».
Kratter va ancora più in là, considerando che Promotur non ha la possibilità di investire fuori regione.
L'operatore turistico sappadino non lo dice, anzi non lo vuol dire, ma è evidente che il trasferimento di sede significa una precisa ricaduta in termini fiscali. Ricaduta che potrebbe essere di ben 200 mila euro in termini di gettito fiscale. «Che il comparto turistico sappadino stia lavorando alacremente per offrire i migliori servizi turistici è fuori dubbio. I buoni risultati di questa stagione estiva sono sicuramente da attribuire all'operosità e bravura di tutti gli operatori e purtroppo a nessun altro, tantomeno ai politici» si toglie un sassolino dalle scarpe il portavoce della società Campetti, con riferimento soprattutto al sottosegretario agli Affari regionali, Gianclaudio Bressa, al quale vorrebbe dire, il buon Kratter, che Sappada ha ottenuto questi risultati senza ottenere un euro di finanziamento pubblico.
«Tutti i territori confinanti lo hanno già ottenuto con evidentissimi disparità soprattutto sugli impianti di risalita. Sappada non può più aspettare i tempi della politica. L'esperienza del passaggio di Sappada alla provincia di Udine ha insegnato che della politica non ci si può mai fidare. In quest'ultima vicenda i sappadini sono diventati una merce di scambio e a nessuno interessa la volontà popolare».
Kratter, dunque, lancia il sasso: alla presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, al suo vice Sergio Bolzonello, ben sapendo che difficilmente costoro accetteranno la proposta del sottosegretario Bressa appunto, di costituire un fondo di confine, con la propria compartecipazione, per aiutare Sappada e gli altri comuni che si trovano nelle sue condizioni. Plodn, infatti, è uno dei pochi Comuni che non riceve un euro da una strumentazione di questo tipo; gli ultimi arrivati sono i fondi Letta, ma conclusi da anni.
«Se rischiamo di essere un peso per il Veneto, non lo siamo affatto per il Friuli, per il quale rappresentiamo invece una grossa opportunità, considerato che siamo una località turistica completa e perfettamente funzionante sia per il turismo estivo che invernale. E soprattutto perché capaci anche di autotassarci pur di far funzionare gli impianti di risalita».
Nel contempo, tuttavia, Kratter strizza l'occhio anche ai veneti e allo stesso Bressa in particolare.
Francesco Dal Mas
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