Campolongo piange De Zolt: raccontò e cantò il Comelico

Il fondatore e maestro del Coro Peralba si è spento nella sua casa natale. Sabato avrebbe dovuto presentare il calendario dedicato alle tradizioni locali





«Con Adriano De Zolt se ne va improvvisamente una parte di Campolongo. È un colpo durissimo per tutto il paese». La notizia ieri ha attraversato il paese come un lampo e questo è stato il commento più ricorrente. Ed ancora: «Senza Adriano, Campolongo non sarà mai più come prima».

Adriano De Zolt, nato il 23 dicembre 1951, è morto nella sua casa natale: professore di francese in pensione, fondatore e maestro del Coro Peralba, guida del coro parrocchiale, fine intellettuale, scrittore, autore fra l’altro del “Dizionario del dialetto ladino di Campolongo”. Ma soprattutto uomo buono, arguto e saggio, disponibile, sorridente, legato al suo paese ed ai suoi paesani da un amore viscerale e concreto.

Sabato prossimo era prevista la presentazione, insieme all’amico e co-autore Lorenzo Coluzzi, de “Le lune d San Iaco 2019”, il calendario nel quale i due erano soliti raccogliere storie ed aneddoti, riportare alla luce volti di donne e uomini del paese, rinverdire aneddoti e modi di dire. «Perché è così – diceva Adriano – che si rende omaggio ai nostri vecchi, così che la vita si tramanda».

«Per me – commenta desolato Lorenzo Coluzzi, capogruppo degli alpini di Campolongo – Adriano era come un secondo padre. L’ho conosciuto quando ero ancora in prima media, e da allora quanti sono stati i momenti trascorsi insieme, quanti i ricordi, le emozioni, i progetti e le realizzazioni concrete che abbiamo portato avanti fianco a fianco, insieme al parroco don Maurizio Doriguzzi: dal calendario al bollettino parrocchiale».

«Era un vero animatore», lo ricorda ancora Coluzzi, «sapeva coinvolgere le persone, farsi apprezzare per il suo garbo, dispensando la sua notevole cultura senza farla pesare, ma mettendo sempre a proprio agio l’interlocutore, chiunque fosse. Era stato lui, ad esempio, a fondare il gruppo Facebook “Zingar di Cianplòngo”, che curava quotidianamente fin dalle prime ore del mattino».

Adriano De Zolt, infatti, era molto mattiniero: i suoi messaggi potevano arrivare via internet già alle quattro del mattino. Così, non avendo avuto sue notizie dalla domenica sera, ieri la sorella Elena ed il cognato Renzi Pontil Scala, che abitano poco distante da lui, si sono recati a casa sua ed hanno fatto la tragica scoperta.

«Avevo come uno strano presentimento – racconta Pontil Scala – e purtroppo lo abbiamo trovato senza vita. Un colpo tremendo, una disgrazia improvvisa. Ci arrivano attestazioni di cordoglio e di stima da ogni dove. Era una persona amata e benvoluta, sempre a disposizione di tutti, cordiale e disponibile. Siamo addolorati e senza parole».

«Sono ancora frastornato dalla notizia – ha commentato don Maurizio Doriguzzi – perché non sembra poter essere vero. Da quando sono arrivato a Campolongo, 35 anni fa, lui ha sempre suonato l’organo in chiesa e collaboravamo tutti i giorni. Un dolore grandissimo».

Avendo insegnato a lungo francese anche al Dolomieu di Longarone, Adriano De Zolt conservava uno stretto rapporto di amicizia con molti dei suoi allievi. Fra questi anche Graziano Prest, titolare del ristorante stellato Tivoli a Cortina. «Una notizia tristissima, non riesco ancora a crederci – commenta sconfortato – una persona unica, meravigliosa alla quale tutti volevamo bene. Sarà sempre con noi con il suo sorriso e la sua umanità». —



Argomenti:corolutto

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi