Cancellata a medici e infermieri l’indennità di rischio radiologico

Paola Dall’Anese / belluno
L’Usl 1 rivede tutte le posizioni relative al rischio radiologico. Con lo stipendio di aprile, infermieri e medici che utilizzano alcune apparecchiature che non sono dell’area specifica, si sono visti sospendere di punto in bianco il pagamento della indennità da rischio radiologico, senza conoscerne il motivo.
A un mese dall’applicazione della nuova regola, sono iniziate ad arrivare le lettere della direzione medica, con le quali si comunica ai dipendenti la nuova riclassificazione del rischio da parte della Fisica medica. Stando alle nuove direttive, alcuni sanitari non rientrano più tra gli esposti a rischio. Questo significa il taglio di un centinaio di euro al mese, 15 giorni di ferie in meno ogni anno e, soprattutto, una sorveglianza sanitaria inferiore sul personale.
Per questo motivo Fp Cgil e Cisl stanno pensando alle azioni da mettere in atto per sospendere o bloccare la decisione dell’azienda dolomitica. «C’è uno studio dei tecnici di Fisica sanitaria che riclassifica le categorie di dipendenti esposti a radiazioni, logicamente al ribasso», precisa Andrea Fiocco della Fp Cgil. «A parte i radiologi e i tecnici di radiologia, anche ortopedici, chirurghi, infermieri di sala operatoria, gessisti sono tutti esposti a radiazioni. Basti pensare all’apparecchiatura di brillanza che spesso viene utilizzata in sala operatoria per determinati interventi. A decidere se verrà tolta o meno questa indennità dovrebbe essere il Nucleo aziendale di valutazione del rischio radiologico (Navrr), che ha iniziato ad analizzare lo studio a febbraio. Ad oggi non sappiamo cosa ha deciso».
Il sindacato ha inviato all’Usl una lettera in cui si chiedono spiegazioni, ma quelle arrivate non sono esaustive. E intanto c’è qualcosa che Mario De Boni della Fp Cisl, al pari del collega Fiocco, trova strano: «L’Usl ha deciso di applicare in piena emergenza Covid questa scelta politica. Se la riclassificazione è stata fatta, come è capitato in altre Usl, si può anche fare a meno di applicarla. Anche perché questa manovra, che porta a un risparmio di poche centinaia di migliaia di euro, diminuisce o elimina la sorveglianza sanitaria sui lavoratori».
«A questo punto«, si chiedono i sindacati, «gli infermieri che sono stati giudicati non a rischio, potranno anche rifiutarsi di entrare in certi ambienti o di utilizzare determinati strumenti. E a quel punto chi svolgerà quel servizio?». —
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