Cancia, la frana è senza sorveglianza

BORCA DI CADORE. La colata di detriti del Monte Antelao su località Cancia, a Borca di Cadore, non è più sotto controllo. Non lo è da ieri, da quando si è spento il gruppo elettrogeno che dava energia alle batterie.
L’assessore Arnaldo Varettoni ha un diavolo per capello. Non solo perché il sofisticato impianto è sostanzialmente inutilizzabile ma perché è costato 500 mila euro e al Comune erano state date le più ampie garanzie di funzionalità. Venuta meno la corrente in gran parte del paese, si è di fatto spenta, poco dopo, anche la centralina che ha le batterie che hanno autonomia di 6, 12, 24, 36 ore. Batterie che una volta spente devono, perciò, ricaricarsi.
«Non mi spiego perché non sia stata assicurata l’autonomia di quella struttura, così delicata e importante», sottolinea l’assessore Varettoni. «È un punto di controllo indispensabile sul piano tecnico ma, per la nostra gente, lo è anche dal punto di vista psicologico». Va detto, a sentire gli esperti, che durante la stagione invernale non ci dovrebbero essere pericoli di sorta per Cancia. La montagna è solida, ghiacciata, quindi ha il collante per non muoversi. Il problema, semmai, è per la stagione primaverile, quella del disgelo.
Varettoni, quindi, si è impegnato in queste ore a tranquillizzare i suoi. Osserva, però, che il problema va risolto, nei tempi più brevi, «anche perché non possiamo trovarci in una situazione drammatica come quella di queste ore, con la necessità di assicurare gruppi elettrogeni ad alberghi e altri impianti».
L’idea di Varettoni è in sostanza quella di dotare il Comune di Borca di un suo impianto, che possa servire varie funzioni e tra queste anche la centralina di Cancia.
In queste ore, comunque, “l’Orcolat”, l’orco come lo chiamano, si è rifatto sentire di giorno e soprattutto di notte con crolli di massi, di cenge,di piccoli campanili. Si tratta di Festinel e di Bosco Nuovo, le aree più soggette a questi sommovimenti, anche se siamo in pieno inverno. Secondo gli esperti questa attività esiste da tempo e non va confusa con frane tipo Cancia. Si tratta di movimenti compatibili con la natura del territorio, che quindi non devono creare preoccupazione di sorta.
«Certo, in giorni così drammatici, tutto crea tensione», afferma Varettoni. «Qualcuno dovrebbe finalmente spiegarci perché è successo un tanto, perché cioè si sono interrotte le linee di approvvigionamento della corrente elettrica in misura così pesante. Lo abbiamo chiesto a chi di dovere e chi di dovere, 24 ore dopo, non ci ha saputo dare ancora una risposta».
Domani gli amministratori di Borca di Cadore si adopereranno con più forza per trovarla e soprattutto per verificare come rimediare, nei tempi più brevi, all’assenza di un generatore di corrente autonomo che il Comune possa utilizzare per tutte le sue esigenze.
Francesco Dal Mas
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