Cancia, lo studio degli esperti"Un canale per la frana"
Escluso l'intervento sulla vasca di accumulo
BORCA.
Esclude l’intervento di ampliamento della vasca di accumulo (già risultata inadeguata visti gli episodi passati) la relazione tecnica stilata dal responsabile scientifico Domenico Tropeano, dirigente di ricerca del Cnr-Irpi. La relazione definitiva in merito alla situazione geomorfologica-idraulica della frana di Cancia, finalizzata agli interventi di mitigazione del rischio, è stata consegnata il 21 dicembre.
Sono 35 pagine ricche di dati molto precisi nelle quali i tecnici analizzano le soluzioni più adeguate al caso.
Eloquenti le conclusioni alle quali sono giunti gli studiosi, partendo dalle quattro possibilità di intervento che consistono nel prolungamento dell’attuale canale fino al torrente Boite; nella costruzione di un canale a cielo aperto attraverso il villaggio di Corte; nel convogliamento della colata lungo un percorso alternativo costituito da un canale che partirebbe in prossimità della confluenza con il rio Bus del Diau per poi espandersi in una zona a valle lunga 300 metri; infine, nella vecchia ipotesi che prevede di far convogliare il materiale in una vasca di accumulo in corrispondenza dell’attuale campo di calcio.
«Tutte le soluzioni progettuali», scrivono i tecnici, «sono state attentamente esaminate». Appare prioritaria «la realizzazione di un alveo che “proceda” dalla vasca esistente fino al Boite e che segua un percorso il più adeguato possibile alla situazione del settore urbanizzato e che si immetta nel Boite con garanzie di funzionalità».
Un’operazione molto complessa in cui, come sottolineano gli esperti, «particolarmente delicato è il dimensionamento del deflusso a valle della vasca esistente a quota 1000 metri e successivamente dell’opera selettiva attraverso la quale, dalla vasca, opportunamente ridisegnata e rinforzata, devono essere garantiti i deflussi solido-liquidi nel Boite. Anche l’ampliamento della vasca attuale», sottolineano i tecnici, «appare improponibile nel settore del campo sportivo in quanto lo stesso è posto ai piedi di un corpo frana e gli interventi previsti potrebbero aggravare le già precarie condizioni di stabilità».
Dalla relazione emerge anche il ruolo fondamentale che può svolgere il Bus del Diau al quale «non si dovrebbero apportare ulteriori modifiche». Analizzando gli eventi franosi del passato i tenici concludono che «non appare idoneo alcun sistema di arresto delle miscele. La soluzione è quella di un’opera di stoccaggio temporaneo del materiale solido, strutturata in modo tale da supportare ingenti forze di impatto. Il deflusso dovrebbe essere garantito attraverso un percorso a cielo aperto che si sviluppi secondo tendenza naturale nel corpo del conoide».
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