Candidati e idee a confronto sul futuro del Bellunese

Il tema della specificità domina il primo faccia a faccia pubblico tra gli aspiranti governatori Stretta di mano tra Zaia e Tosi, screzi tra Moretti e Berti. Morosin voce fuori dal coro
I candidati alle elezioni regionali del Veneto
I candidati alle elezioni regionali del Veneto

BELLUNO. Il futuro del Bellunese si gioca sull'autonomia. Che promettono tutti i candidati alla presidenza del Veneto, tranne Alessio Morosin, che da indipendentista qual è si dichiara “allergico” al termine che ieri, nel dibattito promosso da Confindustria e da tutte le associazioni di categoria al teatro comunale, è rimbalzato di continuo. Si è trattato del primo vero confronto pubblico fra i sei candidati alla presidenza del Veneto. I primi ad arrivare a Belluno, ieri, sono stati Luca Zaia e Flavio Tosi, che hanno colto l'occasione per incontrare i cittadini e presentare i candidati bellunesi nelle loro liste. Un brindisi in compagnia, qualche tartina per spezzare la fame e poi tutti in teatro per il confronto. Comunale gremito, con la platea zeppa di imprenditori e rappresentanti delle associazioni di categoria, sindaci, deputati, amministratori. In galleria i candidati bellunesi e i cittadini.

Un momento del confronto pubblico tra i candidati
Un momento del confronto pubblico tra i candidati

Sul palco loro, i sei candidati che il 31 maggio si sfideranno per governare il Veneto nei prossimi cinque anni. Da un lato si sono accomodati Luca Zaia, Flavio Tosi (vicini, i due si sono stretti la mano prima di salire sul palco) e Laura Di Lucia Coletti, dall'altro Alessandra Moretti, Alessio Morosin e Jacopo Berti. Il moderatore, Alessandro Russello, ha dimenticato di presentarli all'inizio, ha recuperato in corsa. E subito ha stuzzicato i candidati sul tema dell'autonomia.

Durante la sua visita in Trentino, il premier Renzi ha dichiarato «che darà ancora più autonomia a quei territori. Suona da provocazione», ha detto Russello. Zaia ha puntato l'attenzione sulle contraddizioni del Partito democratico, che in Parlamento ha bocciato l'autonomia e ricordato che «questo territorio non ha bisogno di funzioni, ma di risorse». Perché senza soldi, sarebbe inutile avere più compiti da gestire, sostiene il governatore uscente. Flavio Tosi, invece, nel futuro vede una macroregione nord-est, attraverso la fusione di Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia. Per Alessandra Moretti la priorità è il finanziamento della legge 25. La candidata del centro sinistra ha attaccato Zaia e la sua giunta per non aver avuto «la volontà di finanziare quella legge», ma nel corso del dibattito il governatore uscente ha ribattuto che il tema non è tanto la volontà, quanto le risorse disponibili. Piccoli screzi anche fra Moretti e Jacopo Berti, con la prima a difendere il partito e i provvedimenti fatti per l'autonomia, Berti a ricordarle che il Pd «è il partito che ha bocciato l'autonomia in Parlamento, quando il Movimento 5 stelle invece l'ha rilanciata, per tutto il Paese». Voce fuori dal coro, in questo dibattito, Alessio Morosin: «Parlare di autonomia è una cosa priva di prospettiva», ha segnalato. L'unica soluzione si chiama indipendenza, ha aggiunto, applaudito dai suoi (numerosi in platea).

Zaia e Tosi nelle piazze divisi anche sulle Usl
gian paolo perona-perona-belluno-tosi e zaia in piazza

Dall'autonomia i candidati sono stati portati su altre tematiche, ma il confronto ha preso una piega un po' confusionaria. Il moderatore ha cercato di far tenere i tempi negli interventi, ma a molte delle richieste poste dagli imprenditori bellunesi (che hanno segnalato le criticità del fare impresa nel Bellunese, con infrastrutture obsolete, servizi depotenziati, concorrenza sleale dei territori limitrofi) non è stata data risposta. Si è parlato di turismo come opportunità occupazionale e come contrasto allo spopolamento della montagna, di sviluppo della ferrovia e di miglioramento delle infrastrutture. Un'ora e mezza scarsa di confronto, con due candidati che hanno lasciato il palco prima della conclusione: Berti se n'è andato alle 19.40, perché chi gli cura l'agenda aveva messo un impegno a Vicenza alle 21 e la strada da fare è tanta. Dieci minuti più tardi ha lasciato il palco anche Morosin.

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