Cane avvelenato al parco di Nogarè

Allarme dall’Apaca: lunedì una cucciola di pastore tedesco ha mangiato un pezzo di wurstel con topicida ed è morta 

BELLUNO. Avvelenata per aver mangiato un pezzo di wurstel riempito di topicida. Ha fatto una morte dolorosissima la cucciola di pastore tedesco che lunedì aveva ingoiato un pezzo di wurstel pieno di veleno vicino al parco di Nogarè. Il cane è morto martedì, dopo una giornata di sofferenze.

A darne notizia è l’Apaca, l’associazione che gestisce un canile-rifugio dove i cani possono essere ospitati, curati e, nel caso sia necessario, recuperati per essere avviati all’adozione. A rendere ancora più drammatico l’episodio è il luogo in cui la cucciola di pastore tedesco ha ingerito il boccone avvelenato: a Nogarè, molto probabilmente nelle aree intorno al parchetto della frazione, dove abitualmente passeggiano i cani e giocano i bambini del quartiere. Anche un bimbo avrebbe potuto toccare e mettere in bocca il pezzo di wurtsel, avvelenandosi. Una situazione potenzialmente molto pericolosa.

La metaldeide, composto chimico che viene usato contro le lumache per difendere gli orti, provoca infatti una sintomatologia neurologica molto violenta, accompagnata da tachicardia e congestione, diarrea e vomito. Non esiste antidoto e l’assunzione del veleno porta spessissimo alla morte.

Tornano, quindi, di prepotenza alla ribalta Nogarè e il suo piccolo parco, uno dei luoghi in cui anche in passato sono stati ritrovati bocconi avvelenati destinati ai cani e ai gatti, ma pericolosissimi anche per i bambini e per la fauna selvatica. «Quello che è accaduto in questi giorni è comunque un evento premeditato, perché la preparazione dell’esca indica chiaramente che è stato coscientemente voluto», stigmatizzano dall’Apaca.

«Invitiamo il sindaco a disporre l’ispezione, la tabellazione e l’eventuale bonifica dei luoghi. Ma invitiamo anche i cittadini a denunciare qualsiasi attività sospetta», continuano dall’associazione. «Utilizzare e abbandonare esche e bocconi avvelenati è un reato punibile con la reclusione da 6 mesi a 3 anni, oltre ad un’ammenda e questo anche se non si verificano eventi mortali o lesivi, come invece è avvenuto a Nogarè».

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