Cansiglio, «Liberazione attuale»: invito ai giovani ad impegnarsi

ll raduno dei partigiani sulla piana non ha registrato contestazioni sul referendum costituzionale. Marco Bortoluzzi: «Nell’Anpi ci sono due anime e bisogna aver rispetto gli uni degli altri»

ALPAGO. Nessuna tensione, al contrario di quanto ci si attendeva e temeva, al tradizionale raduno di settembre dei partigiani in Cansiglio per far memoria del rastrellamento nazifascita di 72 anni fa. Nessuna polemica contro Renzi, il Governo e la maggioranza, come, invece, s'era verificato al Pian de le Femene, sulla montagna tra Limana e Revine. Nessun accenno alla campagna dell'Anpi per il no al referendum. Nessuna indicazione di voto nello striscione che in apertura di corteo rilanciava il dovere di rispettare la Costituzione.

Monica Emmanuelli, nell'orazione ufficiale della cerimonia svoltasi davanti al monumento di Pian Cansiglio, ha indicato l'attualità della lotta di Liberazione e l'opportunità di aggiornare la carta costituzionale, ma senza nessun cenno di critica. Tanto meno lo ha fatto il sindaco di Vittorio Veneto, Roberto Tonon, Pd, dando il benvenuto agli oltre 500 partecipanti.

Perfino Marco Bortoluzzi, coordinatore del Comitato organizzatore, già sindaco di Tambre ai tempi in cui militava in Rifondazione Comunista, ha lanciato i suoi slogan carichi di passione. «Io non ho ancora deciso se votare sì o no al referendum, dentro l'Anpi convivono pacificamente le due posizioni e bisogna, pertanto, portare rispetto agli uni e agli altri».

Nino De Marchi, 96 anni, leggendario comandante della Divisione Nino Nanetti, ha confessato pure lui - ieri, ai piedi del monumento di Augusto Murer, il sorriso ancora da giovane - di non aver ancora deciso se depositare in urna un si o un no. Ecco, dunque, che i dirigenti dell'Anpi, Gino Sperandio per Belluno e Umberto Lorenzoni per Treviso, hanno preferito non attaccare in pubblico; Lorenzoni l'ha fatto a margine del pranzo, nella tensostruttura sul piazzale di Sant'Osvaldo.

«Renzi ha detto, in queste ore, che si può correggere? Ma lui pensa all'Italicum, noi vogliamo che non crei un Senato dei nominati, oltre che una Camera sempre di nominati».

E questo perché - secondo l'autorevole dirigente dell'Anpi - i nominati non possono garantire la partecipazione democratica. 16 i sindaci che hanno sfilato per oltre un chilometro, da Col Dar al monumento, buona parte del Pd. Belluno, Feltre ed altri Comuni bellunesi erano presenti con gli assessori. Roberto Padrin, sindaco di Longarone, ha sfilato con la fascia della Provincia. «Sono qui, fra l'altro per la prima volta, per testimoniare con viva partecipazione che i valori di democrazia e di liberà conquistati dai resistenti sono ancor oggi di stretta attualità e necessità» ha commentato. Un picchetto armato, del 7° Reggimento di Belluno, ha presenziato a tutta la cerimonia, salutato dagli applausi. Numerosi i giovani che hanno accompagnato gli ultimi reduci della Resistenza. Si è rivolta a loro Monica Emanuelli, direttrice dell'Istituto storico per la resistenza del Friuli Venezia Giulia, per invitarli ad abbandonare l'indifferenza, a lasciarsi coinvolgere nell'impegno civile richiesto dall'attuazione quotidiana dei valori della lotta di liberazione. Anche perché - ha detto - «la resistenza non invecchia; è pulsante e viva».

Ma, «siccome non è un simulacro», in certe parti - ha sottolineato il sindaco Tonon - può essere senz'altro aggiornata. La manifestazione si è svolta in perfetto ordine, vigilata puntualmente ma discretamente dalla polizia. C'era, infatti, apprensione, sull'altopiano, per una possibile reazione da parte degli skineads, reduci dal raduno europeo di Revine, pesantemente redarguiti nei giorni scorsi. Ma dagli altoparlanti non è uscito un 'et' neppure nei loro confronti.

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