Cansiglio, marcia al gelo contro la privatizzazione

Trecento ambientalisti davanti all’ex hotel San Marco e poi al rifugio Vallorch dove con la primavera partirà il cantiere di ripristino dopo l’incendio  

CANSIGLIO. Una mattinata di sole e di freddo e di strade gelate. Ecco perché per la “prima invernale” degli ambientalisti in Cansiglio non c’è stata la partenza della protesta da Vallorch. Meno 11 gradi quando sono arrivati gli avamposti di Radio Gamma 5, Mountain Wilderness ed Ecoistituto.

Hanno atteso che il termometro risalisse e quando segnava meno 7 sono partiti a piedi verso l’hotel San Marco, chiuso ancora negli anni’90, che la Regione vuol vendere privatizzandolo e che loro vorrebbero fosse dato in concessione. Trenta centimetri di neve sulla piana del Cansiglio, uno spettacolo; le piste del fondo perfettamente battute. Ma raggiungere Vallorch, danneggiato da un grave incendio ancora in ottobre, è stato impossibile. La strada di accesso è una lastra di ghiaccio. Quindi via con la processione ambientalista tra file d’auto degli sciatori della domenica in arrivo dalla pianura. Sono arrivati in 300 davanti al San Marco che sta per cadere a pezzi.

Ed ecco i discorsi: di Luca Trevisan, di Radio Gamma, di Giancarlo Gazzola, di Mw, di Michele Boato, dell’Ecoistituto. Dopo la foto di rito, alle spalle dello striscione che riassume il senso della protesta “Il Cansiglio non è in vendita”, gli interventi mettono la Regione con le spalle al muro. Non è saggio – dicono – ripresentare il bando di gara per la quinta volta. C’è chi vorrebbe ristrutturare il rifugio senza acquistarlo ma ricevendolo solo in concessione.

«La battaglia continua» assicurano i leader della protesta. Poi di nuovo tutti in marcia. Si attraversa la piana sulla neve e ci si inoltra per il bosco fino a Vallorch. Lo stabile «incendiato da vigliacchi, che non condividono l’educazione ambientale di questo rifugio», come viene detto, è desolatamente chiuso. Il tetto evidenzia le protezioni provvisorie. «Ma bisognerà metterci mano presto» interviene Trevisan. L’Agenzia regionale ha trovato un finanziamento di 300 mila euro, pari all’ammontare dei danni. Il cantiere di ripristino inizierà non appena si scioglierà la neve. Profonda la solidarietà con l’associazione “Lupi, Gufi e Civette” che gestiva il rifugio e che di fatto è rimasta senza lavoro. «Il nostro impegno – afferma Boato – è che la loro attività possa riprendere prima dell’estate, almeno per salvare la stagione». Daniele Dal Mas, del Comitato “Uniti per Valsalega” porta la solidarietà dei suoi. «Tutti siamo d’accordo che il San Marco vada rimesso a nuovo e torni ad essere una struttura alberghiera al servizio dei turisti, così come si riapra al più presto il Sant’Osvaldo, ma non sia un’eventuale vendita del San Marco l’apripista alla cessione dei lotti boschivi del Cansiglio, dei campi da golf e altri possedimenti pubblici a privati».

Francesco Dal Mas

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