Cansiglio. Zaia: «Non abbiamo risorse, vendiamo»
Il governatore Zaia risponde alla protesta di ambientalisti e alpinisti
La manifestazione degli emigranti ieri sulla piana del Cansiglio
FARRA D'ALPAGO. «Il Cansiglio non si svende». La protesta di ambientalisti ed alpinisti, da sempre impegnati per la salvaguardia dell'altopiano del Cansiglio, addirittura sollecitando l'istituzione di un parco almeno fino a qualche anno fa, ieri doveva materializzarsi clamorosamente sulla Piana, fra i Trevisani nel mondo e i bellunesi che si aggiungevano ai tremila. Invece no. Michele Boato dell'Ecoistituto e Toio De Savorgnani di Mountain Wilderness, che avevano organizzato la protesta insieme al Club Alpino Italiano, sabato sera hanno deciso di rinunciare.
Dalla Questura, infatti, era arrivato lo stop. Con tanto di minaccia di denuncia se la manifestazione si fosse comunque tenuta. Cattivi o poco democratici i questurini? No. La domanda per l'autorizzazione era stata presentata in modo sbagliato. «Non ce la siamo sentita di forzare», ammettono gli organizzatori. «Noi, quassù, siamo genete pacifica. E, in ogni caso, non desideravamo provocare disagio agli emigranti proveniente da tutto il mondo». Il "disagio", si badi, sarebbero stati uno striscione lungo 13 metri e qualche decina di volantini, con la richiesta agli stessi Trevisani, che così tanto amano il Cansiglio, fissandovi il loro raduno ogni anno, di far sentire pure la loro voce in Regione affinché nulla di quanto c'è venga svenduto. Il riferimento è ai beni della Regione, dal Rifugio Sant'Osvaldo all'ex caserma Bianchin, dall'hotel San Marco al campo di golf. «Se così effettivamente avvenisse - affermano i dirigenti di Mw, Ecoistituto e Cai -, correrebbero il rischio della svendita anche le malghe ed i pascoli. E, perché no?, le stesse case della popolazione cimbra».
Tanto i promotori del sit in volevano dire ieri sull'altopiano. Di mattina presto, dunque, non si sono presentati, come avevano promesso, sul passo La Crosetta, né al centro della Piana. Hanno preferito ritrovarsi sopra Col Indes per assistere ad un concerto in altura. Pronto a ricevere le loro rimostranze, però, c'era il presidente della Regione, Luca Zaia, che non manca mai all'appuntamento con gli emigranti di Marca (come erano presenti l'assessore Stival e il sindaco di Farra D'Alpago, per fare gli onori di casa). Zaia aveva preparato una risposta per gli ambientalisti. E piuttosto dura. «Vendiamo perché non abbiamo risorse, non abbiamo forze. Dobbiamo essere lucidi» è quanto il governatore avrebbe detto ed, in assenza degli interlocutori, ha "girato" a Il Corriere delle Alpi". «Realtà come queste del Cansiglio ne abbiamo a decine in Veneto. Siamo proprietari di alberghi, di aziende agricole, di pascoli, di appartamenti perfino in centro a Venezia, di strutture ricettive, restaurate e mai utilizzate, di malghe, di case anche in montagna. E' un patrimonio in tanti casi da recuperare. Non abbiamo i fondi. Quindi - è sempre il ragionamento di Zaia - è destinato all'abbandono.
L'hotel San Marco è chiuso da decenni, qui abbiamo anche il campo da golf...». Ebbene? «Penso che il Governatore del Veneto debba occuparsi della sanità dei veneti, del lavoro che manca a 145 mila nostri concittadini, ai veneti che soffrono per la manovra economica. E che non debba invece gestire alberghi o altre cose».
Avanti tutta, dunque, con l'alienazione di questi beni. Come aveva anticipato Franco Manzato, assessore all'agricoltura. «Ma in questo modo si va alla privatizzazione del Cansiglio», protestano le associazioni. Domenica, a Pian Osteria, è in programma la festa dei Cimbri. Qualche sorpresa, sul tema, potrebbe evidenziarsi anche in quel contesto.
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