Canti corali e commozione per il premio a Paolo Bon

Il musicista scomparso è stato ricordato con il “San Vittore” alla memoria A Giordano Cremonese e Giovanni Costa i riconoscimenti edizione 2016

FELTRE. Premio San Vittore e Corona alla memoria: è stato quello che la Famiglia Feltrina ha conferito ieri a Paolo Bon alla cerimonia scandita da cinque intermezzi musicali, eseguiti dal coro Cesen Ana: gli stessi che il maestro, scomparso qualche mese fa, aveva arrangiato e armonizzato.

È stata questa una delle pochissime occasioni, forse la quarta in 37 anni di vita del sodalizio, ha detto il presidente Gianmario Dal Molin, in cui si è attribuito il premio a un personaggio scomparso, nel novero dei cittadini autorevoli che hanno segnato a vario titolo la storia di Feltre. Come Giordano Cremonese e Giovanni Costa, gli altri due premiati dell’edizione 2016. Il primo per coraggio imprenditoriale, valore personale e testimonianza nel sociale. Il secondo per competenza professionale e accademica.

Per Bon erano in prima fila la moglie Ornella Baratti e i suoi figli. E al discepolo Luca Bonavia, studioso di musicologia e direttore di cori a Domodossola, è spettata la prolusione. E un annuncio: sul prossimo numero di Choraliter, periodico della Federazione nazionale delle associazioni regionali corali, ci sarà un dossier interamente dedicato a Paolo Bon a cura di Manolo Da Rold, Gianmartino Durighello e dello stesso Bonavia.

Il maestro e il discepolo hanno collaborato alla ricerca musicologica con grande sintonia, ha detto lo studioso Bonavia. Il discepolo puntava alla dimensione arcaica delle fonti orali, mentre il maestro più sull’esperienza orale nell’arte musicale scritta.

Professore emerito dell’università di Padova, consulente direzionale, con ruoli di governance in particolare nel mondo bancario, Giovanni Costa è stato ritratto a tutto tondo da Adriano Rasi Caldogno. Il direttore generale dell’Usl 1 ha inquadrato Costa (da quest’anno nel cda di Intesa San Paolo) nei suoi caratteri principali di economista innovatore. E ha ricordato, fra i tanti contributi nei sistemi dell’imprenditoria moderna, l’attenzione rivolta dal docente alla storia della cooperativa Lattebusche della quale ha scritto l’introduzione al volume in ricordo dei sessant’anni di storia.

«Costa nel suo scritto ricorda che il caso Lattebusche è la dimostrazione pratica di una possibile riconciliazione fra modello cooperativo e modello imprenditoriale, agricoltura e industria, tradizione e modernità», ha ricordato Rasi Caldogno nella sua articolata prolusione.

Come moderno e innovativo è stato il sistema Manifattura Valcismon, fondata da Olindo Cremonese, e passata di mano intergenerazionale a Giordano (che l’anno scorso è stato insignito della cittadinanza onoraria) e ai suoi figli, con il marchio Sportful e Karpos.

Dell’innovazione virtuosa di Giordano Cremonese ha parlato Giancarlo Vettorel, con la bonaria ironia che gli è congeniale. «Dottore per due anni, sportivo da sempre», Giordano ha preso la staffetta dal padre Olindo, e ha fondato il marchio Sportful che contraddistingue la produzione di abbigliamento sportivo, prima per lo sci da fondo e poi per il ciclismo. «Il dottore ha fatto crescere l’azienda incrementando la sua espansione nel mondo ma tenendo un legame forte con il Feltrino per lo sviluppo economico e sociale del territorio. E anche per l’impegno nella promozione e sostegno a manifestazioni sportive di livello nazionale ed internazionale, vetrine privilegiate per tutto il nostro territorio».

Laura Milano

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