Cantiere Valsabbia troppo pericoloso
GOSALDO. Cantieri Valsabbia da recintare nelle zone di Bitti e Col dei Corf, per motivi di “sicurezza e decoro”. E greto del torrente Mis da ripulire dai pezzi di recinzione di plastica, tubi e materiale vario, sparso e trascinato dall’acqua, rifiuti che creano ormai “grave nocumento ad una zona di elevato valore naturalistico”. Interventi da effettuare tempo un mese, ordina il sindaco di Gosaldo, Giocondo Dalle Feste, alle società responsabili dei cantieri.
Ad armarsi di ramazza e retino dovranno essere la stessa Valsabbia e la Mis Srl, azienda che costruiva la centrale idroelettrica sul Mis.
L’ordinanza, che stabilisce anche il divieto di accesso alle stesse zone a chi non è autorizzato, è finita per conoscenza anche alla procura della Repubblica, oltre che in prefettura, ai vigili urbani, al Cfs, Provincia, Regione-dipartimento difesa suolo e foreste.
In questi due siti avrebbero dovuto sorgere le opere di presa (ai Bitti) e la famosa centralina Valsabbia (a Col dei Corf), ma la Cassazione, come si ricorderà, ha bloccato il progetto (accogliendo il ricorso del Wwf) e ordinato il rimettere a posto tutto com’era. Finora, però, il tanto atteso ripristino di un’area vincolata ambientalmente, non s’è visto: ma non è per questo motivo che entro il 29 febbraio le società dovranno intervenire sui cantieri, osservando l’ordinanza comunale di ieri.
Dalla data di sospensione dei lavori in seguito alla sentenza della Cassazione, le opere realizzate per delimitare il cantiere dell’impianto idroelettrico si sono deteriorate perchè, dove non è arrivata l’opera del tempo (ormai quattro anni), ci hanno pensato i vandali: dunque «l’area di cantiere», si legge nell’ordinanza, «risulta ora essere pericolosa» per via degli «spuntoni metallici che fuoriescono dai manufatti e da trabocchetti rappresentati da opere di cantiere sospese e non ultimate a regola d’arte». Il Cfs aveva segnalato l’anno scorso che pezzi interi di protezioni erano saltati per lunghi tratti, e che anche la parte di cantiere che corre lungo la strada è rimasta senza protezioni mai rimpiazzate, al punto che è inadeguata anche la sicurezza stradale, non esistendo guard rail. Il materiale poi s’è sparso sul greto del torrente che, notoriamente, “sarebbe” zona «ambientalmente rilevante».
Un progetto per il ripristino dello stato dei luoghi è vero che viene predisposto dal Dipartimento Difesa del suolo e foreste di Belluno, ma lo stesso «non è a tutt’oggi operativo poichè ancora in fase di redazione e approntamento per le susseguenti approvazioni». Quindi, il sindaco ritiene «necessario, urgente e indifferibile, vista l’inerzia degli organi preposti» che, a «salvaguardia della pubblica incolumità e decoro» dei luoghi, siano ripristinate le recinzioni e lo sbarramento delle vie di accesso al cantiere sospeso e che si ripulisca anche il Mis dal materiale poco nobile sparso ovunque. Non ultima, va ripiantata pure la segnaletica per evitare l’ingresso di estranei nelle zone pericolose. Tutto entro un mese: non oltre il 29 febbraio.
«Il cantiere è fermo e in questo momento i guard rail rimossi e le recinzioni cadute in parte, non garantiscono più la sicurezza della strada e del sito», spiega il sindaco Dalle Feste «ci sono muri, armature di ferro pericolose e chiunque dovesse entrare può farsi male. Un provvedimento caldeggiato anche dalla prefettura», sottolinea il sindaco.
Quanto al ripristino dei luoghi, «sembra che la Regione abbia messo a disposizione dei fondi per preparare il progetto di ripristino. Il problema grosso sarà quello di sapere chi fa cosa: dovrebbero essere Valsabbia o Mis, ma c'è ancora il contenzioso di risarcimento danni di Valsabbia nei confronti dei cinque soggetti interessati. Noi come Comune, non ci sentiamo responsabili di aver dato autorizzazioni: non penso di dover condividere responsabilità che non ho. Ma intanto mettiamo in sicurezza il cantiere in modo che qualcuno non si faccia male».
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