Cantieri per i Mondiali di sci, la sezione Cai preoccupata per l’impatto sull’ambiente

La presidente Valle chiede agli enti locali e all’Unesco una verifica più puntuale su quanto sta accadendo nella conca

CORTINA

Adesso la questione dei presunti abusi ambientali si fa davvero dura. A mobilitarsi non sono soltanto le associazioni – che, fra l’altro, hanno annunciato un video che girerà il mondo, ed un ricorso alla Commissione europea per il mancato rispetto di talune direttive -, ma scende in campo anche il Cai di Cortina, storicamente apprezzato per la sua moderazione su temi tanto delicati, ma anche impegnato nella protezione del contesto ambientale.

«Auspico che gli Enti amministrativi, Comune e Regole – afferma la presidente Paola Valle -, preposti al controllo del territorio nonché l’Unesco (ecco il passaggio più delicato, ndr) si attivino per una maggiore e più puntuale verifica di quanto è in atto sul nostro prezioso ambiente». La sezione ampezzana del Cai si dice “preoccupata” per l’impatto dei cantieri sul territorio. «Basta fare un giro tra Gilardon, Col Fiere, Rumerlo e Cinque Torri per realizzare amaramente come l’aspetto ambientale sia lasciato in secondo piano».

Altro che Mondiali della sostenibilità, di cui tutti si sono riempiti la bocca; altro che Carta di Cortina; altro che esempio da proporre per l’organizzazione dei grandi eventi. Il Cai, che non è un’organizzazione fondamentalista, s’indigna e, appunto, protesta. «Ora che la neve non c’è più sui luoghi dei cantieri – insiste la presidente – sono emerse, come nella zona di Col Fiere, gli impatti dei lavori. Un paesaggio che non può lasciare indifferenti coloro che amano la montagna, in estate e in inverno». Che dire poi – si chiede ancora Valle – della ferita impressa nei prati sopra la frazione di Gilardon? Con la scusa di una strada provvisoria per bypassare la frazione, si è provveduto ad incidere profondamente il territorio, quando – rileva la presidente – si potevano trovare soluzioni più idonee, a minor costo e di maggiore utilità. Il Comune, le Regole, l’Unesco non hanno visto proprio nulla?

Ma il Cai, come gli ambientalisti, guardano avanti. Il ventilato carosello di collegamento tra Fodom e Cortina, con impianti impattanti sui territori “sacri” come il Col di Lana e preziosi per l’unicità (Passo Giau) non sanno da fare. Anche se questi impianti sono auspicati, insiste ancora la presidente, ai livelli più alti. La reazione del Cai è così severa che la presidente Valle non nasconde neppure l’autocritica. Straordinario l’impegno degli associati per conservare la sentieristica ed educare all’alpinità, ma «quello che invece il Cai ha trascurato è il controllo di quanto sta avvenendo in questo periodo sul proprio territorio». Il Cai regionale, con la presidenza di Renato Frigo, sembra sintonizzato sulla stessa lunghezza d’onda. Evidentemente, par di capire, si è esagerato.

Qualche concessione all’evento sportivo ambientalisti ed alpinisti l’avevano fatta, all’inizio di questa “storia”, mettendo però le mani avanti: se non si rispetta la Carta di Cortina ci faremo sentire. Oggi Cai ed associazioni si sentono traditi. A fine della scorsa settimana hanno fotografato e filmato tutto. L’immagine della “regina delle Dolomiti” che passerà ora sul web è quella che proprio nessuno vorrebbe vedere. —

 

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