Caos nelle scuole: all'Iti Segato arriva un docente di musica

I sindacati di categoria denunciano la situazione paradossale creatasi quest’anno. I presidi sono alle prese con la ricerca disperata di supplenti per numerose classi
Bambini della scuola elementare Del Piaz si preparano ad iniziare il nuovo anno scolasticoa Torino, 12 Settembre 2016. ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO
Bambini della scuola elementare Del Piaz si preparano ad iniziare il nuovo anno scolasticoa Torino, 12 Settembre 2016. ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

BELLUNO. Cosa ci fanno un docente di musica e uno di discipline pittoriche all’Iti Segato? A chiederselo, forse, anche gli stessi interessati, da poco entrati nell’organico potenziato dell’istituto tecnico bellunese.

È solo uno dei tanti esempi del caos che la riforma della scuola sta causando negli istituti bellunesi. Un caos che nessuno ricorda di aver mai visto prima e che vede, a quattro mesi dall’inizio della scuola, numerose classi ancora prive dei docenti necessari.

«A dire il vero», precisa il dirigente scolastico dell’Iti, Salvatore Russotto, «avevamo chiesto di potenziare alcune materie tecnico-pratiche attinenti al nostro indirizzo di studio, ma sono arrivati un insegnante di musica e di disegno». Un problema in più per il preside, che ha dovuto mettersi all’opera per capire come utilizzare questi docenti. «Alla fine abbiamo pensato di attivare dei corsi pomeridiani di musica con gli strumenti che abbiamo già a disposizione. In questi giorni apriremo le iscrizioni. Sappiamo che qualche studente, già lo scorso anno scolastico, aveva dimostrato interesse per questo tipo di attività».

Una situazione paradossale che, comunque, non interessa solo l’istituto Segato, ma anche altre scuole provinciali. «Ricordiamo», precisa Lorella Benvegnù, segretaria della Cisl Scuola, «che i docenti di potenziamento sono di ruolo. Il problema è che nel tentativo di svuotare le graduatorie a esaurimento e dare un posto a chi aveva maturato il diritto di passare in ruolo, il Governo aveva promesso che avrebbe dato risposta alle esigenze delle scuole, ma così non è stato. E quindi si è ricorsi a docenti di altre materie, anche non coerenti con i piani di studi di molti istituti. E questi docenti dovranno rimanere nei loro posti per alcuni anni». «Questa situazione», critica Benvegnù, «ha generato dei disagi soprattutto tra gli insegnanti abilitati che avrebbero potuto rispondere alle esigenze delle scuole, ma che sono stati invece esclusi».

Come se non bastasse, i presidi di istituti di ogni ordine e grado sono ancora alle prese con le nomine dei supplenti. E questo significa che in alcune classi, a quattro mesi dall’inizio delle lezioni, mancano ancora docenti. «Siamo in una situazione che ha dell’assurdo», sbotta Milena Zucco della Gilda. «Ci sono scuole dove ancora mancano i docenti fino al 30 giugno e si procede con le supplenze brevi. E per fortuna che bisognava garantire la continuità didattica e il bene degli studenti. A fare le spese di questo pasticcio sono soprattutto gli studenti disabili.

«I dirigenti scolastici», precisa ancora Zucco, «visto che le graduatorie a esaurimento e anche quelle di istituto sono terminate, stanno chiamando anche chi non è in graduatoria, magari aiutandosi col passaparola. Ma questi docenti molto spesso non accettano, perché questa esperienza, non rientrando in nessuna graduatoria, non potrà fare punteggio».

A rincarare la dose ci pensa la segretaria della Cisl Scuola: «La questione di fondo è che il Miur ha assegnato meno cattedre in ruolo di quelle che servivano e quindi si è cercato di sopperire con i contratti fino a giugno. E non dimentichiamo che molti insegnanti stanno usufruendo di permessi o sono in malattia, con i presidi chiamati a dar fondo a tutte le loro graduatorie».

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