Caos Province il Consiglio d’Europa boccia il Governo
Il ricorso del Bard porta alla Raccomandazione dell’ente «Ridurre i tagli alle risorse e chiarire le competenze»
BELLUNO. Il tempismo è impeccabile. A due giorni da referendum per l’autonomia del Veneto e della Provincia di Belluno, l’Europa striglia il governo italiano per come sta gestendo la questione Province. Il ricorso presentato dal Bard, su intuizione di Paola Paganin, al Congresso dei poteri locali e regionali non è caduto nel vuoto. Dopo l’incontro (in marzo) di una delegazione del Congresso con alcuni membri del Bard e amministratori della Provincia, ieri è arrivata una Raccomandazione. Destinatario: le autorità italiane. Il governo, insomma.
Esortato a «riesaminare i criteri per il calcolo dei tagli al bilancio e a revocare le restrizioni finanziarie imposte agli enti locali, per garantire loro risorse sufficienti proporzionali alle loro responsabilità». Ma anche a «chiarire le competenze delle Province e delle Città metropolitane, introducendo nuovamente l’elezione diretta dei loro organi di governo, prevedendo una retribuzione appropriata ai loro amministratori e riesaminando le attuali restrizioni imposte in materia di risorse umane». Ma il Congresso raccomanda infine alle autorità italiane di «vigilare affinché le Regioni a statuto ordinario dispongano di una maggiore autonomia finanziaria».
Tutte le difficoltà del Bellunese raccolte in una manciata di righe. Tutte le rivendicazioni del Bard recepite. Il Movimento accoglie la Raccomandazione con soddisfazione, ma non senza una punta di amarezza. Perché vedere scritto che si aveva ragione non sempre è motivo di gioia. Uno stimolo, questo sì, a continuare la battaglia per vedere riconosciuto al Bellunese un trattamento migliore.
«Il Consiglio d’Europa afferma con chiarezza che la distribuzione delle risorse finanziarie agli enti locali è inadeguata», spiega Diego Cason. «Dice che il budget va rivisto, con particolare riferimento alle Province, e con il coinvolgimento degli enti locali stessi». Oggi, invece, il governo decide quante risorse distribuire con la legge di bilancio. «Un altro dei problemi che viene evidenziato è la carenza di personale», prosegue Cason. «Limita l’efficienza degli enti locali. E la mancata remunerazione degli amministratori è contraria alla Carta delle autonomie. Sostanziale anche il passaggio sulla necessità del ritorno all’elettività delle Province».
Il Bard nel suo rapporto al Congresso non aveva puntato troppo sulla differenza di risorse di cui dispongono Province come Trento e Bolzano e, dall’altra parte, quella di Belluno. «Ma i membri del Congresso hanno analizzato la situazione e verificato la necessità di un riequilibrio della situazione finanziaria fra le Regioni a statuto ordinario e quelle a statuto speciale», aggiunge Cason. Mai morbido nei confronti della legge Delrio, di cui lo stesso Consiglio d’Europa evidenzia oggi le criticità. «A causa di questa legge sono stati tagliati 20 milioni di euro di trasferimenti statali alle Province. Eppure il sottosegretario Bressa dice che le funzioni delle Province sono state potenziate. Ma se non riescono più a gestire nulla! Come Bard temiamo il protrarsi di questa situazione. Chiunque può sbagliare, ma si ammetta che la legge Delrio è stata un fallimento e si ponga rimedio».
«È stato innescato un conflitto, aggredendo gli enti locali di rappresentanza», aggiunge Andrea Bona. «Va risolto al più presto». Lo raccomanda anche il Consiglio d’Europa.
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