«Capannoni, ma anche servizi»
BELLUNO. Ci sono voluti trent'anni per chiudere l'iter che porterà alla realizzazione dell'area artigianale a Levego. E in trent'anni «è cambiato il mondo», spiega Antonio Manzotti, presidente del Consorzio Quadrante Levego che riunisce le nove aziende, tutte bellunesi, che posseggono lotti nella piana adagiata fra la strada provinciale e il Piave. C'è chi, in questi anni, ha trovato altre soluzioni, spostando l'azienda in altre zone della provincia o della città. È il caso della concessionaria di cui è titolare Antonio Manzotti, che infatti ora sta valutando cosa fare dei lotti che ha a Levego.
Al momento sembra essere solo una la ditta interessata a costruire un capannone nell'area artigianale: la Evco di Sedico. Gli altri soci stanno valutando. Nell'edificazione, aggiunge Manzotti, non mancherà attenzione al contesto ambientale: «Non si parli di speculazione. Il rispetto per la natura lo abbiamo anche noi. Nel consorzio ci sono tutte aziende bellunesi, radicate nel territorio, tacciarle di speculazione mi pare ridicolo. Oggi le tecniche di costruzione si sono evolute, si possono costruire bene anche i capannoni industriali. Parlo di strutture ben inserite nel contesto ambientale, fatte bene anche dal punto di vista del risparmio energetico. In questi trent'anni abbiamo tutti investito parecchi soldi per l'area artigianale, direi che è giunto il momento di chiudere, no?».
L'avvio delle operazioni di pulizia dell'area, che è stata preparata per le opere di urbanizzazione primaria (strade, prima di tutto, ma anche collegamenti ai servizi) ha scatenato un coro di polemiche a Levego e in mezza città, coro che sta rimbalzando prepotentemente sui social network. Manzotti spiega: «Bisogna rispettare l'ambiente, ma anche le aziende. Quelle che fanno parte del Consorzio sono tutte bellunesi e hanno delle proprietà a Levego. Una zona strategica, visto che si trova sull'asse Belluno – autostrada, e che andrebbe pensata come un polo di riferimento per i servizi per la frazione. Mi sembra non ce ne siano molti, a Levego».
Dunque, la nuova area artigianale «è un'opportunità per la frazione. Dovremo fare dei ragionamenti con il Comune in tale senso. Ma tornando alle aziende, il nostro compito come imprenditori è quello di pensare anche allo sviluppo economico del nostro territorio. Anche le aziende devono vivere».
E, ribadisce il presidente del Consorzio, tutto ciò che sarà costruito nella piana di Levego sarà fatto con grande attenzione al contesto ambientale e sociale: «Nel piano urbanistico sono previsti 70 mila metri quadrati di superficie edificabile, ma altri 70 mila sono divisi in verde pubblico e agricolo, parcheggi, strade. Cose che andranno a servizio della frazione. Quindi sì al rispetto ambientale, ma anche al rispetto per le aziende».
Per la realizzazione delle aree a verde pubblico, si aprirà un confronto con l'amministrazione, alla quale il Consorzio ha già chiesto un incontro: «Noi siamo disponibili a confrontarci con tutti, per mettere insieme le varie esigenze e dotare la frazione dei servizi che le servono. E che i residenti chiedono da anni».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi