Capriolo cade nelle vasche Enel

Calalzo. Cercava cibo ed è finito nelle acque gelide. Recuperato, ora è ospite nella stalla del sindaco
Di Gigi Sosso

CALALZO. Guarisci presto, “Guarin”. Un raffreddore è il minimo che può essere capitato a un piccolo capriolo, che venerdì pomeriggio è scivolato sul ghiaccio, finendo nelle vasche di acqua gelida dell’Enel, a Praciadelan. Sopra Calalzo. E’ un maschio e non ha ancora le corna, quindi gli esperti di fauna selvatica dicono che può avere uno o due anni al massimo. Di sicuro, è stato ribattezzato col nome del giocatore colombiano dell’Inter e il padrino è Christian, il figlio del sindaco Luca, che lo sta ospitando nella stalla di Rizzios. Tutte le comodità, a cominciare da una sacrosanta razione di fieno.

Una corda per recuperarlo. Preso a calci proprio dalla grande fame, Guarin si è spinto fino ai paraggi dell’Agriturismo Marmarole. Vicino agli impianti per l’energia elettrica, alimentati dall’acqua, che scende dalla capanna degli alpini. Uno scivolone insolito per un grande esperto delle camminate sulla neve e un tuffo involontario in una specie di piscina. Che non è profondissima, ma ha i bordi talmente insidiosi da non permettergli di saltare fuori. Lo sentono piangere dal vicino rifugio ed escono con una fune, per imbragarlo e metterlo in salvo. L’operazione riesce perfettamente.

Asciugato con il phon. Non sarà poetico, ma è un dato di fatto: l’unica volta che un capriolo si trova vicino a un uomo è quando, suo malgrado, fa compagnia alla polenta. Il piccolo è comprensibilmente spaventato e bagnato come un pulcino. Per guadagnarsi la sua fiducia, serve una coperta e per dargli un po’ di conforto anche un asciugacapelli, rimediato in un beauty case della proprietaria dell’agriturismo. Tutto serve, aspettando l’intervento della polizia provinciale.

La chiamata al sindaco. Non è che puoi rispedirlo nel bosco, dopo una disavventura che farà senz’altro esperienza, ma è stata traumatica. C’è l’idea di affidare l’animale a Luca De Carlo, perché tutti sanno che ha una stalla, dalla parti di Rizzios. Dopo il pronto soccorso, c’è anche una specie di sistemazione alberghiera, utile a rimetterlo in forze.

Pensione completa. Christian De Carlo ci tiene tre pecore e una capra, ma è meglio non fare confusione, in un momento così delicato. E allora il giaciglio migliore diventa quello accanto agli alloggi vuoti per i conigli. Il fieno non manca e la temperatura è tutta un’altra cosa al sottozero di quella vasca maledetta. C’è ancora un po’ di paura, tanto è vero che non c’è verso di fotografarlo di fronte e tante scuse per le spalle, ma va decisamente meglio e non c’è limite di permanenza: «Lo terremo con noi fino a quando ce ne sarà bisogno», spiega De Carlo, «mi sembra che stia bene e, fra qualche giorno, sarà di nuovo pronto a correre nei boschi, alla ricerca di cibo. Nel frattempo, ci pensiamo noi e lo facciamo con piacere. Sono contento che abbiano pensato a me, nel momento in cui c’è stato bisogno di un ricovero, per quanto momentaneo».

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