Carabiniere fa ricerche in banca dati: condannato
CORTINA. Accesso abusivo nella banca dati: condannato un carabiniere. Quattro mesi e cinque giorni di reclusione per Alessandro Dal Farra, oltre a un risarcimento danni di 200 euro per l’unica parte civile costituita. La sentenza del giudice Feletto è stata in linea con la richiesta formulata del pubblico ministero Pesco. Mentre il difensore Munerin aveva puntato sull’assoluzione, dal momento che le ricerche su cinque persone c’erano effettivamente state, ma l’imputato non ne aveva divulgato i risultati, tenendoli per sé.
Dal Farra era in servizio alla Compagnia di Cortina e aveva una username e una password, perché poteva capitare che dovesse cercare informazioni, ad esempio durante i controlli sulle strade fatti dai colleghi. Ma nessuno è autorizzato a entrare nel sistema, per fare verifiche sul padre o su vicini di casa o ancora su conoscenti. C’è un regolamento che disciplina l’accesso alle informazioni e tutti i militari in servizio ne sono a conoscenza. Chi lo viola, diventa automaticamente un indagato e finirà in tribunale.
Non è per ragioni di servizio che Dal Farra è entrato nel programma informatico, nel quale si trovano precedenti penali, misure cautelari in atto e querele a carico di cittadini. Il 25 maggio 2017 il militare era in caserma e «ha fatto una ricerca anche su se stesso, scoprendo di essere stato querelato per truffa da una persona», aveva detto in aula il maggiore Cristiano Rocchi, che a quell’epoca comandava a Cortina.
Lo stesso capitano ha aggiunto una considerazione: «Devo dire che c’è stata una leggerezza da parte della stazione di competenza, perché di solito in banca dati non vanno iniziative che riguardano altri carabinieri». Ritenendo provata la penale responsabilità dell’imputato, la pubblica accusa ha chiesto e ottenuto la condanna del militare. —
G.S.
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