Carabiniere fa ricerche su di sé nella banca dati

Un militare a processo per accesso abusivo al sistema informatico. Il maggiore Rocchi: «Scoprì di essere stato querelato» 

Carabiniere va abusivamente nella banca dati delle forze di polizia. Secondo la Procura della Repubblica, non è per ragioni di servizio che Alessandro Dal Farra è entrato nel programma informatico, nel quale si trovano precedenti penali, misure cautelari in atto e querele a carico di cittadini. Il militare in servizio alla Compagnia di Cortina «ha fatto una ricerca anche su se stesso, scoprendo di essere stato querelato per truffa da una persona», ha detto in aula il maggiore Cristiano Rocchi, che nel 2017 comandava a Cortina e che, da qualche tempo, si è trasferito al Nucleo investigativo di Salerno.

Dal Farra aveva una username e una password perché poteva capitare che dovesse cercare informazioni, ad esempio durante i controlli sulla viabilità fatti dai colleghi; ma nessuno è autorizzato a entrare nel sistema per fare verifiche sul padre o su vicini di casa o ancora su conoscenti. Sono cinque le persone controllate e una di queste si è costituita parte civile con l’avvocato Patelmo. Quando sarà il momento, chiederà senz’altro un risarcimento dei danni.

Come comandante della compagnia, Rocchi ha fatto uno di quelli che si chiamano controlli statistici ed è in questo modo che ha scoperto il fatto che c’erano stati degli accessi illegittimi. In particolare, il 25 maggio Dal Farra «ha controllato la propria posizione, rendendosi conto che qualcuno aveva sporto una querela nei suoi confronti il 22 marzo. Devo dire che c’è stata una leggerezza da parte della stazione di competenza, perché di solito in banca dati non vanno iniziative che riguardano altri carabinieri», ha spiegato Rocchi.

C’è un regolamento che disciplina l’accesso alle informazioni e tutti ne sono a conoscenza. Chi lo viola, diventa automaticamente un indagato. Sempre nell’udienza di ieri, davanti al giudice Feletto e al pubblico ministero Rossi, sono state sentite alcune persone oggetto delle ricerche, che hanno confermato di essere dei semplici conoscenti dell’imputato difeso dall’avvocato Munerin.

Quella del 26 settembre, alle 14.30, potrebbe essere l’ultima udienza del processo penale. Saranno ascoltati Dal Farra, il padre e, per ultimo, si provvederà alla discussione finale, con le richieste delle parti. Bisognerà verificare se sarà necessario un ulteriore appuntamento per repliche e sentenza di primo grado. —


 

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