Carcere, sezione psichiatrica De Carlo chiede la chiusura

Dopo la denuncia dei sindacati di categoria sull’inadeguatezza dell’area il deputato ha visitato la struttura. «Situazione esplosiva, bisogna intervenire»
gian paolo perona- perona- belluno- carcere di baldenich
gian paolo perona- perona- belluno- carcere di baldenich

BELLUNO. «Chiudete la sezione dedicata ai detenuti con problemi mentali». A chiederlo è il deputato di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo che domenica ha visitato la casa circondariale di Baldenich per prendere visione direttamente della situazione in cui si trovano i carcerati con problemi psichiatrici, dopo la denuncia dei sindacati di categoria giunta di recente e dopo la polemica con la Usl.

Cisl Fns, Cgil Fp, Uspp, Sappe, Osapp e Fsa Cnpp, sigle sindacali rappresentative del carcere di Belluno, nei giorni scorsi hanno precisato la situazione in cui versa la struttura e in particolare quella dei detenuti della sezione speciale aperta nel 2016, dopo la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari.

Alle rimostranze dei sindacati ha fatto seguito una presa di posizione dell’Usl 1 Dolomiti, incaricata di gestire la sezione a Baldenich che ha rinviato al mittente le critiche.

Ma nei giorni seguenti i sindacati della polizia penitenziaria hanno sconfessato le parole dell’azienda sanitaria in cui praticamente si garantiva che tutto era sotto controllo, precisando che «non esiste un piano di presa in carico e percorsi terapeutici personalizzati per questi detenuti psichiatrici. Inoltre, nelle ultime tre settimane, è stato registrato l’accesso di uno specialista medico per un totale di 30 minuti rispetto alle 24 ore che avrebbe dovuto garantire».

Inoltre i sindacati hanno sottolineato la «ristrettezza degli spazi a disposizione per questi soggetti incarcerati e la mancanza di spazi idonei per i colloqui con psichiatra e psicologo». E infine hanno puntato il dito contro tutti gli accorgimenti «disattesi necessari invece per poter accogliere in maniera sicura e adeguata questi detenuti».

E le problematiche avanzate dalle parti sociali sono state riscontrate anche dal deputato De Carlo nella sua visita alla casa circondariale bellunese. «Nei prossimo giorni scriverò all’Usl per capire quali siano i piani di presa in carico per ogni paziente (sono sei attualmente quelli ospitati) e i percorsi terapeutici personalizzati che sono stati realizzati. Mi rivolgerò anche al Provveditorato per chiedere che la sezione Articolazione per la tutela della salute mentale venga chiusa o comunque che si prendano i provvedimenti per adeguare i locali o trasferire le persone in spazi idonei», afferma il deputato.

Il sindaco di Calalzo non nasconde che la «situazione è allarmante. La sezione è assolutamente inadeguata e sono messe a rischio l’incolumità sia dei detenuti, il cui stato mentale regredisce, sia quella del personale di polizia penitenziaria che da 122 agenti sono passati a 91. Una evidente carenza di organico: per questo chiedo al governo di attivarsi per garantire nuove assunzioni».

De Carlo evidenzia poi che negli spazi della sezione per detenuti psichiatrici ha notato che «i termosifoni sono stati divelti, e il bagno distrutto. Docce e sala ricreativa sono inadeguate, in una cella sono presenti fili penzolanti e soltanto due agenti devono tenere sotto controllo la sezione che in questo stato è una vera e propria bomba ad orologeria. Sono stati ben 150 gli eventi critici da quando è stata aperta l’area per la salute mentale, cioè dal marzo 2016. Bisogna intervenire al più presto o chiudendola o prendendo provvedimenti».

Paola Dall’Anese

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