Cariche esplosive sopra il sentiero che porta al Settimo Alpini
BELLUNO. Serviranno anche delle cariche esplosive per i disgaggi sul fronte franoso che ha interessato le scorse settimane il sentiero 501, che da Case Bortot porta al rifugio Settimo Alpini. Le decisione su come andare a intervenire sono state prese giovedì, a seguito di un sopralluogo.
«La situazione è complessa, delicata e abbastanza grave», sottolinea Massimo De Pellegrin, consigliere comunale del capoluogo e abitante di Bolzano Bellunese, che ha seguito sin dall’inizio la questione e che giovedì era presente all’uscita perlustrativa. «Dall’ultimo sopralluogo fatto dieci giorni fa con il geologo lo stato di cose è cambiato: la frana si è mossa ed è sceso altro materiale. L’area è quindi pericolosa e purtroppo, nonostante il sentiero sia stato chiuso, c’è qualcuno che passa lo stesso. È necessario intervenire il prima possibile».
A confermarlo è Lucia Olivotto, vice sindaco e assessore al bilancio di Belluno. «Prima di ogni altra cosa, è indispensabile mettere in sicurezza la zona, procedendo quindi con i disgaggi delle rocce pericolanti. Interverrà una ditta specializzata», sottolinea. «Noi intanto confermiamo la cifra stanziata per le opere: 35 mila euro. Cifra che verrà deliberata nel prossimo consiglio comunale, in programma entro fine mese».
Il disgaggio nella parte alta verrà eseguito a mano, mentre nella zona intermedia tra il sentiero 501 e il 506 saranno fatte esplodere delle cariche. «Al sopralluogo era presente pure una ditta specializzata in questi interventi. Lavora anche per il Soccorso Alpino, che ci ha appunto dato il contatto. Lunedì avremo in mano il preventivo di spesa».
Il sentiero 506, che porta a Forcella Monpiana, sarà sistemato dai volontari della sezione di Belluno del Cai. Gli stessi che si occuperanno di portare via il materiale che rende impraticabile il tracciato che porta al Settimo. «Non dovrebbe dunque servire l’uso dell’elicottero, come si era ipotizzato all’inizio», fanno presente Sergio Chiappin, presidente della sezione, e la Olivotto. Il passo successivo sarà il ripristino del sentiero e dei muri di sostegno, per cui si metterà all’opera l’Unione Montana Bellunese, a cui il Comune ha anche delegato l’affidamento dell’incarico per i disgaggi alla ditta specializzata.
«L’obiettivo è far partire gli interventi il prima possibile», ribadiscono la Olivotto e De Pellegrin, «in primo luogo per motivi di sicurezza e poi perché l’estate è ormai alle porte. Il turismo di alta montagna presenta già delle difficoltà e non possiamo permetterci che i visitatori si spostino in altre zone»». Il rifugio Settimo Alpini è comunque raggiungibile tramite la strada delle gallerie, partendo dal Col di Roanza. Un percorso che è stato sistemato dall’Unione Montana, che è intervenuta con le risorse che derivano dalla gestione del patrimonio silvo-pastorale. Ma il ripristino del sentiero 501 è urgente. Si tratta del tracciato che conduce in centro città coloro che percorrono l’Alta Via. Il Settimo, dal canto suo, è proprio la tappa finale dell’Alta Via n. 1 e diventa anche punto di ristoro per molti escursionisti che fanno il viaggio Monaco-Venezia a piedi.
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