Caro bollette, rinviata la sentenza del Tar
BELLUNO. Rinviata la sentenza del Tar sul caro bollette. Il tribunale amministrativo regionale della Lombardia si è riunito giovedì per esaminare il ricorso presentato dall'associazione La sorgente trasparente contro l'aumento del 29,4 per cento della tariffa dell'acqua.
«Ci aspettavamo che i giudici si avvalessero dello strumento della sentenza semplificata, che avevamo chiesto», spiega l'avvocato Alberto Pagnoscin, che fa parte del collegio difensivo dei cittadini che contestano l'aumento della tariffa insieme ad Augusto Palese. «Non hanno ritenuto di applicarla, rimandando la decisione alla prossima udienza». Non si sa ancora quando sarà, ma Pagnoscin e Palese firmeranno quella che in gergo tecnico si chiama “istanza di prelievo” per fare in modo che il Tar fissi celermente la nuova udienza: «E sarà un'udienza che esaminerà il merito del ricorso», precisa Pagnoscin. «Quindi in quell'occasione si dovrebbe arrivare a sentenza. Auspico che l'udienza venga fissata appena dopo l'estate, per arrivare a chiudere il procedimento entro l'anno».
Nel frattempo cosa devono fare i cittadini che hanno aderito all'associazione e che contestano l'aumento? Nei mesi scorsi qualcuno aveva chiesto lumi sul dover o meno pagare le bollette con la tariffa aumentata: «Ritengo sia inutile porsi in una condizione di difetto, non pagando», spiega il legale. «Le bollette vanno pagate, poi, se il Tar ci darà ragione, si chiederà il rimborso». Se si deve attendere per la sentenza del tribunale amministrativo, intanto il collegio difensivo è pronto a lanciare la class action contro il caro bollette: «La avvieremo a breve», conclude Pagnoscin. «Con l'azione collettiva, i cittadini andranno davanti al giudice (il procedimento è civile) contestando l'aumento». I cittadini che aderiscono a La sorgente trasparente ritengono da sempre di non dover pagare per errori commessi da altri, in passato (come il mancato adeguamento della tariffa quando ci si è accorti che erano stati sovrastimati i metri cubi d'acqua consumati dai bellunesi e, quindi, la tariffa era troppo bassa).
L'azione sarà contro Bim Gsp: «Si andranno ad analizzare le attività della società, ad esempio perché non sia mai stata adeguata la tariffa, negli anni, e lo si sia fatto solo quando si è scoperto un debito tanto consistente», chiude il legale. «D'accordo che le tariffe venivano decise dall'autorità d'ambito, ma allora perché Bim Gsp non ha mai messo in mora l'Ato, quando quest'ultimo non decideva di aumentare la tariffa?». (a.f.)
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