Casa dei beni comuni inaugura la sede dopo 5 anni di lavori

La ex caserma Piave diventa ora Spazio Ex. All’associazione sono stati destinati l’edificio 7 e un hangar militare

BELLUNO. Un incubatore di iniziative fondate sulla creatività, sulla progettazione partecipata, sulla condivisione degli spazi comuni.

Tutto questo e molto altro ancora è diventata l’ex Caserma Piave, in via Tiziano Vecellio a Belluno, dove domani saranno inaugurati ufficialmente, dopo cinque anni di impegno e lavori, i progetti realizzati dall’associazione di promozione sociale Casa dei Beni Comuni.

L’appuntamento è alle 20.30 per una serata di musica e comunità. «Una serata che è il nostro benvenuto in città», sottolineano dall’associazione. «Avevamo l’utopia di costruire una comunità intorno al recupero di uno spazio, che doveva essere un fine e anche il mezzo per permettere a numerose realtà territoriali che si occupavano a vario modo dei beni comuni di avere un tetto sulla testa e un luogo di raccordo e coordinazione».

Un obiettivo che, dopo cinque anni, è stato raggiunto. E che rientra nel progetto “Ex caserma Piave - laboratorio di creatività urbana”, che vede insieme diverse associazione del territorio, di cui è capofila Palazzo Rosso e che è risultato tra i 14 finanziati - 200 mila euro sui 253.164 complessivi - dal Fondo per le politiche giovanili tramite l’avviso pubblico Giovani RiGenerAzioni Creative dell’Anci.

«Dal 2015 al 2018 il lavoro è stato costante», mette in risalto Casa dei Beni Comuni. «Gli spazi che ci sono stati assegnati, l’edificio 7 e un hangar militare, hanno cambiato volto, venendo progressivamente risanati, resi vivibili, poi gradevoli, infine abitabili».

Il tutto ha avuto un costo complessivo di 60 mila euro. «I soldi? L’insieme dei lavori è stato realizzato in maniera volontaria, sommando tempo, competenze, disponibilità a imparare o a insegnare delle persone che sono passate attraverso lo spazio, per una domenica, un mese o tutti questi anni», spiega l’associazione. «A queste persone va il nostro primo ringraziamento. Sono loro la materia prima con cui è stato costruito questo luogo. Non siamo stati soli: tantissimi hanno creduto in noi e ci hanno dato un aiuto, a partire dal primo crowdfunding, nel 2014, con cui chiedevamo 10 mila euro per cominciare, fino alla campagna “C’ho la casa in testa” del 2016».

Casa dei Beni Comuni ricorda poi la rassegna Clorofilla, organizzata nel 2015, 2016 e 2017, «la creatività e l’abilità che l’hanno resa possibile, nonché le opere che rimangono nel patrimonio della città, ci sono state regalate. A partire da Ericailcane sono numerosi gli artisti e le artiste a cui va tutta la nostra gratitudine».

«Negli anni, oltre alle iniziative culturali e alla costruzione dello spazio, non abbiamo smesso di occuparci di politica», dicono ancora. «Sono nate numerose progettualità, in quel continuum, per noi essenziale, che ci permette di socializzare la politica e politicizzare il sociale. Le battaglie di lunga data, come quella contro lo sfruttamento idroelettrico, hanno qui trovato casa. Una casa che è ora dell’intera collettività». Da qualche mese l’ex Caserma Piave ha anche un nuovo nome, Spazio Ex, e un logo che simboleggia la rinascita del complesso, a cui si è arrivati grazie al coinvolgimento degli studenti del Catullo di Belluno. I ragazzi dell’Iti Segato, invece, si sono messi alla prova progettando illuminazione, marciapiedi, pavimentazione, percorsi e bacheche.

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