Casanova, l’alleato inaspettato

Il dirigente di MW ricorda l’ultimo incontro del 24 dicembre

ALLEGHE. La Marmolada, l’ultima battaglia. Stava male, Floriano Pra quando, poco più di un mese fa, decise una mattina presto di prendere il telefono e chiamare il cronista per dirgli: «Lascia perdere tutto e difendici la nostra montagna di casa». Da quella mattina Floriano non perse occasione di insistere, quasi quotidianamente, con il giornalista perché non un colpo andasse perso contro quella che l’albergatore chiamava l’«ingordigia dei trentini».

«È una battaglia che ti fa onore, ma prendi atto che non hai più forze, bada a te stesso e a tua moglie», continuai a ripetergli tra un viaggio e l'altro a Pordenone, dove faceva la chemioterapia. In quei giorni accettò anche il consiglio, piuttosto di consumarsi progressivamente in un’arrabbiatura dietro l’altra perché i risultati non arrivavano, di ascoltare l’ingegner Vascellari e perfino gli ambientalisti, in primis Luigi Casanova. Dal letto della malattia, Pra riuscì a confezionare un altro piccolo "miracolo": mettere tutti d’accordo e a far convergere gli ambientalisti da una parte, e la Regione Veneto dall’altra, sul progetto di Vascellari di collegare Serauta con Sas del Mul, e, in futuro, con Fedaia.

Un collegamento tutto a vantaggio della Val Pettorina e che avrebbe dovuto prescindere dal cambiamento dei confini del ghiacciaio della Marmolada, per il quale tanto stanno insistendo anche i trentini. È una battaglia probabilmente vinta, quella di Pra, considerata l’insistenza di Federico Caner, assessore al turismo a non cedere di un passo sulla confinazione.

Ma, il grande braccio destro di Pra in questi anni, e fin dalla firma dell’accordo sulla Marmolada tra Trento, Belluno e Venezia, è stato soprattutto Luigi Casanova, uno dei più strenui difensori dell’ambiente, che nulla aveva perdonato a Pra, nella sua azione di assessore regionale al Turismo e alla sua iniziale volontà di "esasperare" l’impiantistica in alta quota. Ma dal radicale confronto sulla Marmolada, è nata tra Floriano e Gigi la capacità di ascoltarsi fino in fondo e di trovare le ragioni ultime del bene delle comunità di riferimento, prescindendo da ogni interesse di potere.

In una nota diffusa ieri Casanova ricorda tutte le vicende della Marmolada «che ci hanno visti protagonisti, fin dall’accordo sui confini del 2002. Anche quando ha sostenuto posizioni diverse da quelle auspicate dalla nostra associazione ha saputo offrire una correttezza politica e umana che oggi è difficile riscontrare nella politica italiana. Il 24 dicembre sono stato suo ospite a pranzo a Caprile. Abbiamo condiviso ogni passo che riguarda la Marmolada: il limite, la cura, la riqualificazione, il no agli elicotteri su tutte le Dolomiti. Era già molto malato ma ha voluto rimanere con me tutto un lungo pranzo. Ultimamente sui giornali ha scritto esplicitamente che solo Mountain Wilderness può salvare la Marmolada e la montagna bellunese. Un riconoscimento che, vi assicuro, ci deve fare onore, perché quell'uomo lo abbiamo anche combattuto con tenacia, anni '80 e '90. È mio dovere come persona ma anche come dirigente di Mountain Wilderness, rendergli onore e rispetto». (fdm)

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